Vita Chiesa

Le leggi degli uomini, la Legge di Dio

Quando ero più giovane sentire parlare di leggi mi irritava, sintomo questo, che delle leggi avevo un certo timore, senza che potessi in realtà spiegarmene la ragione. Ma qual è quel giovane che nella esuberanza della sua età, delle sue energie e della sua voglia di esplodere e magari di cambiare il mondo, non prova questo prurito del sentirsi come limitare dalle norme?

Eppure, come dice S. Tommaso d’Aquino, «anche in Dio, supremo reggitore e ordinatore dell’universo c’è una legge, ossia il piano della sua divina sapienza che dirige tutte le cose al loro fine, ciascuna secondo la propria natura».

Ben sappiamo che la «legge», che significa «principio», «norma», «regola» si applica a vari campi, come a quello della fisica, o della matematica e dell’economia, o della morale, ma il problema centrale dell’uomo rimane quello di rispondere ad alcune domande che suonano pressappoco così: Ci sono delle «leggi» o c’è una «Legge»? La Legge è più facile avvertirla o è più facile fraintenderla? In nome della «Legge» (di Dio) si può disobbedire alla «leggi» (fatte dagli uomini) o bisogna andarci adagio? (Prego i lettori di essere accorti per distinguere la «elle» maiuscola dalla «elle» minuscola). Per noi cristiani la Legge c’impone di amare, ma nelle situazioni concrete, sapere che cosa comporta amare non è facile. Può significare rimproverare, privare qualcuno di qualcosa oppure assecondare, indulgere o tagliar corto.

Esiste la difficoltà. Ma quando si ha la fortuna di conoscere la «Legge», tutto si ridimensiona nel senso che di fronte a un questo o quello, non c’è molto da pensare: si può solo decidere per la «Legge» o per le «leggi». I primi cristiani, invitati a tradire il cristianesimo e a immolare agli dei, non hanno pensato. Non ne avevano bisogno, perché c’era una chiara sproporzione: hanno detto «no» agli dei. Dunque non si tratta tanto di avere delle «leggi» quanto di avere il senso della «Legge». Ciò è molto importante, perché, non essendoci dati da noi delle regole strutturanti il nostro essere, di questa «Legge» ne abbiamo bisogno.

Una volta compreso il valore della nostra vita, del nostro esistere e che non siamo valutabili con le cose, che non abbiamo prezzo, sapremo accettare anche il senso del limite che ci fa bisognosi della «Legge» che «è perfetta e rinfranca l’anima», come recita il Salmo 18. A conclusione vengono bene ancora le parole di S. Tommaso: «L’umanità aveva proprio bisogno di una “Legge divina”, perché quella naturale era diventata incerta e insicura». In tempo di vacanze sarebbe bene prendersi un po’ di tempo per pensarci sù.Suor Maria Piadelle contemplative domenicane di Pratovecchio