Vita Chiesa
Il Papa e l’Islam: un invito al dialogo
Sono parole che confermano quello che già il papa aveva affermato: che cioè nell’ Islam si trovano posizioni diverse sull’uso violento della religione. Ma è proprio questo «giudizio» su Maometto, e inevitabilmente sull’Islam (stesso rapporto: Gesù Cristo e chiesa cattolica) che ha scatenato le reazioni «diverse» nel mondo islamico. C’è chi lo ha letto nel contesto ed ha avuto una reazione moderata e c’è invece che lo ha letto «isolato» ed ha avuto una reazione violenta. Ritengo invece decisamente fuori luogo qualsiasi presa di posizione da parte di uomini politici. Per quanto mi riguarda, vi confesso, avrei preferito non leggerlo.
Tutto il discorso poi si incanala sulla strada della ragione che è l’unica che consenta un dialogo. L’affermazione decisiva contro l’uso della violenza per la conversione degli uomini (ciò vale sia per i cattolici che per gli islamici) è questa: non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio.
«Se il tuo Signore volesse, tutti coloro che sono sulla terra crederebbero. Sta a te costringerli ad essere credenti? Nessuno può credere se Allah non lo permette. Egli destina all’abominio coloro che non ragionano» (Corano sura 10). «Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia… Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto» (Vangelo di Matteo 7,24)
Domenica 17 Angelus da Castelgandolfo. Il papa si dichiara «vivamente rammaricato» del fatto che sia stato ritenuto offensivo un breve passo del suo discorso a Ratisbona. «La citazione del testo medievale non esprime il mio pensiero sull’Islam», ha ribadito il pontefice. «La totalità del mio discorso è un invito al dialogo nell’ascolto e nella verità».
Visita in Germania (9-14 settembre 2006): tutti i discorsi del Papa