Vita Chiesa

Quando lo straniero rappresenta «il male»

DI DON FRANCESCO SENSINISpesso quando qualcuno vuole rendere il proprio discorso efficace si appella alla realtà e riferisce qualche episodio di cronaca. Già, la cronaca!

In questi ultimi giorni mi ha riservato delle sorprese. Ho parlato degli extra comunitari come colpevoli. E ho citato un fatto di cronaca. Ho parlato degli extra comunitari come vittime. E ho citato lo stesso fatto di cronaca. In effetti la cronaca non è più la realtà. E se la realtà ha la pretesa di essere la verità, allora la cronaca sta alla verità come una foto sta al filmato.

Il fatto di cronaca a cui mi riferisco, avrete già intuito, è quello riguardante la violenza che una dodicenne ha subito a Bologna. Prima accusa e poi dice di avere inventato tutto. Una dodicenne: l’età sembra più vicina alla passata innocenza piuttosto che alla futura cattiveria. «Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei. E quelli, cominciando dai più anziani se ne andarono fino agli ultimi».

La ragazzina si era «appartata» con il suo ragazzino. Vista da alcune compagne ha avuto paura che la famiglia lo venisse a sapere. Chi non ha mai avuto paura dei genitori? Chi non ha mai inventato le scuse più strane per giustificarsi? Ma la dodicenne non si è scusata inventando che ha incontrato la vecchia prof. di matematica… che una signora le ha chiesto un favore… che c’è stato un incidente e lei si è fermata a guardare… che…

Mi ha colpito la lucidità e la furbizia con cui invece la dodicenne ha scelto a chi attribuire la responsabilità del suo «peccato».

«La dodicenne conosceva di vista il maghrebino, l’ha incrociato dopo la choc di essersi sentita scoperta dalle amichette. Ha memorizzato i segni particolari, soprattutto quella t-shirt griffata Dolce& Gabbana. Ha chiamato i carabinieri, è corsa urlando a casa dai nonni. E ha accusato quel ragazzo di 21 anni di averla costretta a subire l’oltraggio sessuale. La descrizione era così precisa che in breve i carabinieri hanno trovato il giovane in piazza». Ma dove avrà imparato a recitare così bene questa bambina? E così da «colpevole» è divenuta vittima. Lo fecero anche Erika ed Omar, lo hanno fatto e lo faranno ancora tanti altri. La dodicenne ha dimostrato di avere assimilato bene il «valore» del razzismo che ormai impregna la nostra vita quotidiana. Ha cercato non un colpevole qualsiasi ma un uomo che per definizione è «il male» come se gli extracomunitari fossero i serpenti nel nostro paradiso terrestre.E Adamo rispose… è stata la donna. E la donna rispose è stato il serpente e Dio maledì il serpente. Ci siamo sostituiti a Dio e stiamo maledicendo ogni giorno il serpente dimenticando le nostre gravi responsabilità.