Vita Chiesa
La pastorale giovanile riparte dal messaggio di Sydney
![](https://www.toscanaoggi.it/wp-content/uploads/2008/07/La-pastorale-giovanile-riparte-dal-messaggio-di-Sydney.jpg)
di Riccardo Bigi
La Gmg di Sydney? «Una bellissima esperienza, che come le altre Giornate della Gioventù darà molti stimoli alle parrocchie e alle diocesi». Monsignor Giovanni De Vivo, Vescovo di Pescia e delegato della Conferenza episcopale toscana per la pastorale giovanile, è uno dei tre vescovi toscani (insieme al vescovo di Massa-Carrara-Pontremoli Eugenio Binini e al vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Gualtiero Bassetti) appena rientrati dall’Australia: ci racconta la fatica e i disagi di quest’esperienza, ma anche le tante soddisfazioni e l’ammirazione – che ormai non è più una novità, ma che ogni volta stupisce piacevolmente – per come i giovani hanno vissuto questo pellegrinaggio. Un’esperienza che comunque non finisce qui: «Nessuno – sottolinea – è così ingenuo da pensare che la pastorale giovanile si faccia solo con i grandi eventi. Il lavoro con i giovani è un lavoro quotidiano, fatto di rapporti personali, che le diocesi e le parrocchie dovranno intraprendere nei prossimi mesi per far calare nella vita di ogni giorno le tante sollecitazioni ricevute, i discorsi del Papa, il messaggio di queste giornate».
Tra le sfaccettature che hanno segnato l’edizione 2008 della Gmg, secondo monsignor De Vivo, anche il lungo viaggio: «Andare dall’altra parte del mondo ci ha fatto toccare con mano il fatto che il Vangelo è realmente arrivato alle estremità della Terra. È stato un modo per rendersi conto di quanto sia vasto il campo in cui portare l’annuncio cristiano, che è un messaggio universale, rivolto a tutti gli uomini. Un invito quindi anche ai nostri gruppi, alle nostre parrocchie, ad aprirsi alla missione». Anche tra i vescovi c’è stata occasione di condivisione: i 35 vescovi italiani si sono uniti ai pastori giunti da tutto il mondo. «Anche questo – sottolinea De Vivo – è un elemento importante, abbiamo vissuti momenti di fraternità molto belli e utili. Personalmente ad esempio ho conosciuto un vescovo scozzese, monsignor Conti, la cui famiglia viene dalla Lucchesia: è stata una conoscenza molto interessante».
Tra gli altri aspetti da ricordare, anche l’accoglienza che il Papa ha ricevuto da parte delle autorità australiane: «I cattolici sono il 25% della popolazione, diciamo una minoranza consistente: per questo forse all’inizio non c’è stata grande attenzione, non si aspettavano un evento di queste dimensioni. Poi però hanno dimostrato grande disponibilità e apertura. La laicità australiana è una laicità aperta, non ostile alla Chiesa, molto lontana da quelle forme di laicità anticlericale che purtroppo a volte si manifestano in casa nostra».
L’ultima sottolineatura riguarda l’incontro con le comunità italo-australiane: una cosa, secondo De Vivo, che ha molto colpito i giovani toscani. «Le radici italiane in questa gente sono ancora forti, compresa l’identità religiosa e il modo di vivere la fede. È una comunità grande e molto stimata dagli australiani, che ci ha accolto con grande calore unendosi spesso alla preghiera e alle catechesi: questo ha senz’altro lasciato una profonda impressione nei nostri ragazzi».
Molti, insomma, gli aspetti positivi di questa Gmg. Certo non sono mancati i disagi, come è normale in eventi del genere: «Soprattutto il freddo, ma anche il cibo che non sempre rispondeva ai nostri gusti e alle nostre aspettative… Ma i ragazzi superano tutte le difficoltà con il loro entusiasmo, si sanno adattare e colgono il lato positivo di ogni situazione. Stare con loro, in questo senso, è molto istruttivo».