Vita Chiesa

Le Chiese nella terra di Cristo: un mosaico variegato e complesso

dall’inviatoRICCARDO BIGI

Un pellegrinaggio di pace, ma anche «una visita pastorale alla Chiesa che vive in Terra Santa: una comunità di singolare importanza, perché rappresenta una presenza viva là dove essa ha avuto origine». Così il Papa ha spiegato, nell’udienza di mercoledì scorso, il suo viaggio che ha abbracciato Giordania, Israele e territori palestinesi.

Ma di chi si parla quando si parla dei cristiani di Terra Santa? Qui, dove il cristianesimo è nato, l’immagine dei seguaci di Gesù compone un mosaico variegato. Intanto, per la quasi totalità, i cristiani di Terra Santa sono arabi: sono i discendenti diretti di coloro che, nel giorno di Pentecoste, poterono ascoltare e comprendere nella loro lingua la predicazione degli Apostoli. Tra i cristiani di Terra santa poi va aggiunta una piccola comunità di cattolici di lingua ebraica, presente soprattutto in Galilea. Chiese antiche, dunque, sopravvissute attraverso i secoli alla diffusione dell’Islam e ai più recenti contrasti chee hanno insanguinato questa regione.

Difficile parlare di cifre: secondo i dati più aggiornati, sui 14 milioni di persone che abitano Giordania, Israele e territori palestinesi, i cristiani sono circa 400 mila, vale a dire il 2,8%. Di questi, circa 180 mila abitano in Israele e Palestina, mentre i cristiani di Gerusalemme si aggirano tra i 10 e i 15 mila.

Una presenza cristiana, dicevamo, che si presenta come un mosaico. Appartengono alla Chiesa Cattolica il Patriarcato Latino di Gerusalemme (che copre l’area dell’intera Terra Santa) ma anche alcune Chiese di rito orientale, come la Chiesa greco-melkita, la Chiesa maronita, la Chiesa armeno-cattolica, la Chiesa copto-cattolica. Un ruolo particolare poi è giocato dalle tante congregazioni religiose che sono presenti con scuole, attività caritative, seminari. Prima fra tutte, la Custodia di Terra Santa dei francescani, alla quale il Papa Clemente VI affidò, nel 1342, il compito di custodire, durante la dominazione Ottomana, santuari e luoghi cari alla cristianità.

Tra i cristiani di Terra Santa c’è poi una presenza ortodossa che è numericamente più o meno equivalente a quella cattolica. La comunità più numerosa è quella greco-ortodossa, che conta circa 80 mila fedeli. Ma ci sono anche la Chiesa siriano-ortodossa, quella armeno-apostolica, quella copto-ortodossa, quella etiope-ortodossa. Le Chiese nate dalla riforma luterana, infine, riuniscono circa 3mila fedeli.

Un mosaico variegato e complesso che si è formato attraverso secoli di lotte, sofferenze, traversie. Ma la cui presenza appare particolarmente preziosa. «I cristiani di Terra Santa – ci dice il Patriarca Latino di Gerusalemme, Fouad Twal – hanno una missione spirituale, una vocazione particolare, e un ruolo che va giocato là dove essi vivono: essi sono i testimoni viventi degli avvenimenti della Salvezza. Letteralmente, circondano i Luoghi Santi con la loro presenza, li rendono vivi con la loro preghiera e con il loro amore, impedendo che questi diventino dei semplici siti archeologici o dei musei».