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L’Europa sceglie coesione e solidarietà: “Siamo tutti sulla stessa barca”
Il vertice on line dei 27 leader Ue si chiude con un consenso di massima sulle azioni per contrastare la diffusione del Covid-19. Il presidente del Consiglio europeo adotta una frase del Papa e insiste sulla risposta efficace e condivisa
“Siamo tutti sulla stessa barca”. Questa volta non è Papa Francesco a dirlo, ma Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, concludendo, a tarda sera, la videoconferenza di ieri tra i 27 leader Ue. Michel si fa ispirare dalle parole pronunciate dal pontefice nel lockdown dello scorso marzo non per evocare altre chiusure generalizzate – che al momento si tende a esorcizzare – ma per chiamare a raccolta i Paesi europei e tutti i cittadini perché, dice, la “crisi è grave” e “questa seconda ondata ci mette ancora una volta alla prova”. Michel ricorre addirittura al linguaggio militaresco parlando della “battaglia contro il coronavirus”.
Accordo generale. In un clima di estrema collaborazione, i capi di Stato e di governo, riuniti in videoconferenza urgente e straordinaria, hanno convenuto su tutto il pacchetto proposto il 28 ottobre dalla Commissione Ue:coordinamento nell’azione, tamponi, tracciamenti, vaccini, misure preventive, circolazione delle merci, riduzione al necessario degli spostamenti, ricerca e soldi per l’emergenza sanitaria.Inoltre solidarietà e frontiere aperte nell’eventualità di spostare pazienti per carenze sopravvenute nelle terapie intensive. Non da ultimo: accelerare sul Recovery Plan per attenuare le ricadute della recessione economica che pesa su lavoratori e famiglie.
Prendersi cura di sé e degli altri. “Il messaggio politico principale che voglio inviare è questo: siamo uniti, perché siamo sulla stessa barca. È una lotta difficile. È una crisi grave”, ha affermato in conferenza stampa, chiudendo il summit, lo stesso Charles Michel. Tono grave, quello dei momenti difficili, perché “il numero dei contagi sta aumentando ovunque in Europa. I nostri ospedali e operatori sanitari sono nuovamente sotto pressione” ed è per questo che “molti leader hanno annunciato blocchi e restrizioni. In tempi così difficili, la coesione e la solidarietà contano più che mai. Chiediamo a tutti gli europei di prendersi cura di se stessi e degli altri”.
Sanità e Recovery Fund. L’incontro, che era iniziato con l’invio di un messaggio di solidarietà alla Francia per l’attacco di Nizza, si è occupato a lungo di test e tracciabilità, “fondamentali per limitare la diffusione del virus”. È emerso un “approccio comune al riconoscimento reciproco, alla diffusione e all’uso dei test rapidi. Ciò ridurrebbe l’impatto negativo sulla libera circolazione e sul funzionamento del mercato unico, che dobbiamo assolutamente preservare”. Il presidente del Consiglio europeo ha specificato: “abbiamo anche avuto modo di affrontare un tema importante, la ripresa economica. Ci auguriamo che a brevissimo termine sarà possibile decidere in merito all’attuazione del pacchetto concordato a luglio”.Al momento si registra uno stallo nei negoziati tra Consiglio ed Europarlamento, le due autorità di bilancio Ue:gli eurodeputati chiedono maggiori fondi, gli Stati sono intenzionati a non allargare i cordoni della borsa. Per far partire il Recovery Fund serve però un accordo preventivo sul budget pluriennale 2021-2027: ogni esitazione rischia di ritardare l’arrivo dei fondi ai Paesi che ne hanno estrema necessità, prima fra tutte l’Italia.
Ranghi serrati. Anche Ursula von der Leyen ha commentato gli esiti dell’incontro on line. “Il numero di casi è in aumento così come il numero di ricoveri ospedalieri; il dato dei decessi cresce, fortunatamente non così velocemente, perché oggi comprendiamo meglio come trattare i pazienti Covid-19 e come affrontare la malattia. Ma la diffusione del virus – dice la presidente della Commissione – travolgerà i nostri sistemi sanitari se non agiamo con urgenza. Ed è importante intervenire in modo coerente in tutta l’Unione europea”. L’Europa assume il volto della solidarietà, forse obbligata: ma dove non era arrivata la crisi finanziaria del 2008, dove non è ancora arrivata la crisi migratoria (e i fatti di Nizza lo confermano…), giunge la pandemia. L’Europa serra i ranghi.
Scambio di dati e di conoscenze. Cinque i messaggi proposti dalla Von der Leyen ai Ventisette, che si devono tramutare in operatività. Il primo è sulla condivisione dei dati: “dobbiamo condividere dati completi e accurati in tempo reale. Questo è della massima importanza ed è nell’interesse di tutti, perché ci aiuta a sapere cosa sta succedendo, ad agire in modo coerente, a conoscere meglio la situazione attuale. E ci aiuta a coordinarci”. Ad esempio, ha spiegato Von der Leyen,“se abbiamo una maggiore condivisione dei dati sulla capacità delle terapie intensive, laddove la capacità fosse carente potremmo aumentare l’assistenza transfrontaliera ai pazienti”.Per questa la Commissione mette a disposizione 220 milioni di euro “per finanziare trasferimenti transfrontalieri sicuri di pazienti laddove necessario”. Il secondo argomento: “lanceremo una piattaforma per riunire gli specialisti che forniscono consulenza a ciascun governo nazionale e gli esperti che forniscono consulenza all’Unione europea. Sono stati i consulenti scientifici nazionali a chiederci di farlo per condividere le migliori pratiche e allineare i consigli scientifici ai governi di tutta l’Unione. Stiamo imparando di giorno in giorno e anche la scienza sta imparando come affrontare questa malattia. E quindi, questo scambio di conoscenze scientifiche al più alto livello è della massima importanza”.
Test, app, vaccinazioni. Il terzo argomento: i test. Per tenere sotto controllo il virus bisogna moltiplicare tamponi rapidi e test sierologici, con un reciproco riconoscimento a livello Ue. Il quarto argomento è il tracciamento, che va di pari passo con i test: e qui la Commissione ha creato uno sportello europeo per l’interoperabilità tra gli Stati membri, con tre app connesse da lunedì scorso, mentre “durante il mese di novembre altre 19 app si uniranno a questa rete europea”. Al momento le app scaricate sono 50 milioni, troppo poche secondo gli esperti. Infine, il quinto punto “sono proprio i vaccini e le vaccinazioni”. Le priorità su questo fronte sono tre: garantire la rapida convalida dei vaccini; assicurare l’equa distribuzione dei vaccini negli Stati membri (che avverrà in base alla popolazione); preparare i sistemi sanitari per le vaccinazioni su vasta scala.
“Supereremo il virus”. In conclusione, Von der Leyen, con un “tocco di umanità”, afferma: “capisco che siamo tutti stanchi e preoccupati. Ci chiediamo quando usciremo da questa crisi. Ma ora è il momento della pazienza, della determinazione e della disciplina da parte di ciascuno. Dai governi fino a ognuno di noi. Tutte le politiche pubbliche che ho descritto sono importanti, ma la cosa più importante è adottare e mantenere le giuste abitudini di sicurezza per noi stessi, per i nostri cari, per i nostri amici e per i nostri colleghi. Indossare una maschera, evitare la folla, evitare contatti stretti e gli spazi chiusi con scarsa ventilazione: questa è la chiave. Questi comportamenti aumenteranno la nostra capacità di risposta e in questo modo, tutti insieme, supereremo il virus”.