Vita Chiesa

Il cardinale Betori in S. Maria del Fiore con i Vescovi toscani

BENEDETTO XVI AI NUOVI CARDINALI: CHIESA SEMPRE VIVA E PRESENTE NELLA STORIA

Firenze 19 febbraio 2012 – Un lungo applauso ha salutato l’ingresso in Santa Maria del Fiore  Firenze del neo cardinale Giuseppe Betori. Migliaia di fedeli fiorentini hanno accolto così il loro arcivescovo, nella serata di domenica, di ritorno da Roma dove sabato mattina ha ricevuto la dignità cardinalizia nel Concistoro in San Pietro presieduto da Benedetto XVI.Prima dell’inizio della Messa è stato il vescovo ausiliare Claudio Maniago a rivolgere il saluto a nome della diocesi e a dichiarare la disponibilità a seguire l’Arcivescovo “come padre e pastore in questa nuova pagina di vita che si apre per la Chiesa fiorentina”.Tutta incentrata sul significato della porpora l’omelia di Betori, circondato da quasi tutti i Vescovi della Toscana oltre al cardinale Silvano Piovanelli e all’arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti. La porpora, ha spiegato Betori, implica soprattutto “una disponibilità a lottare per la verità e per il bene”. “Il mio servizio – ha concluso il Cardinale – si estende oltre i confini della comunità dei credenti in Cristi e si fa responsabilità per tutta la città degli uomini, a cominciare da questa amata città di Firenze”. Città rappresentata ai massimi livelli dalle numerose autorità presenti a partire dal sindaco Matteo Renzi, con il Gonfalone di Palazzo Vecchio. Presente anche il presidente della Regione, Enrico Rossi. (A.F.) Il testo integrale dell’Omelia del cardinale BetoriIl servizio di Tsd con l’intervista al card. BetoriBETORI CREATO CARDINALE DA PAPA BENEDETTODI RICCARDO BIGIRoma, 18 febbraio 2012 – Sono le 11 e 25 di sabato 18 febbraio quando l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori viene creato Cardinale da papa Benedetto XVI. In una basilica di San Pietro colma di fedeli (tanto che molti pellegrini fiorentini non sono riusciti ad entrare e hanno seguito il rito dai maxi schermi sulla piazza) il Santo Padre ha posto sulla sua testa la berretta rossa, simbolo della dignità cardinalizia ma anche, per il suo colore, del martirio che i nuovi cardinali devono essere pronti ad affrontare. Betori ha ricevuto anche l’anello cardinalizio, che porta impresso i santi Pietro e Paolo, e (come ogni cardinale) il titolo di una chiesa romana. All’arcivescovo di Firenze è stata assegnata la chiesa di San Marcello, in via del Corso: un legame significativo con una chiesa che dei Servi di Maria, ordine religioso nato proprio in diocesi di Firenze, nel convento di Monte Senario.“Il dono totale di sé offerto da Cristo sulla croce sia per voi principio, stimolo e forza per una fede che opera nella carità. La vostra missione nella Chiesa e nel mondo sia sempre e solo ‘in Cristo’, risponda alla sua logica e non a quella del mondo, sia illuminata dalla fede e animata dalla carità che provengono a noi dalla Croce gloriosa del Signore”. Così Benedeto XVI si e rivolto ai nuovi cardinali durante il rito del Concistoro, nell’allocuzione che ha preceduto la consegna delle berrette rosse.“Ai nuovi cardinali – ha proseguito – è affidato il servizio dell’amore: amore per Dio, amore per la sua Chiesa, amore per i fratelli con una dedizione assoluta e incondizionata, fino all’effusione del sangue, se necessario”. A loro, inoltre, “è chiesto di servire la Chiesa con amore e vigore, con la limpidezza e la sapienza dei maestri, con l’energia e la fortezza dei pastori, con la fedeltà e il coraggio dei martiri. Si tratta di essere eminenti servitori della Chiesa che trova in Pietro il visibile fondamento dell’unità”. “Anche il Figlio dell’uomo – ha aggiunto il Papa commentando il brano del Vangelo appena letto – non è venuto a farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto di molti”. Per il Pontefice, “queste parole illuminano con singolare intensità l’odierno Concistoro pubblico. Esse risuonano nel profondo dell’anima e rappresentano un invito e un richiamo, una consegna e un incoraggiamento specialmente” per i nuovi cardinali.“Sull’anello che tra poco vi consegnerò – ha concluso -, sono raffigurati i santi Pietro e Paolo, con al centro una stella che evoca la Madonna. Portando questo anello, voi siete richiamati quotidianamente a ricordare la testimonianza che i due Apostoli hanno dato a Cristo fino alla morte per martirio qui a Roma, fecondando così la Chiesa con il loro sangue. Mentre il richiamo alla Vergine Maria, sarà sempre per voi un invito a seguire colei che fu salda nella fede e umile serva del Signore”. LE PRIME PAROLE DI BETORI: ERO CERTO DELL’AFFETTO DEI FIORENTINI“Ero certo dell’affetto dei fiorentini, che in questi tre anni e mezzo mi sono stati molto vicini”. Così il cardinale Giuseppe Betori ha commentato, incontrando i giornalisti dopo il Concistoro, la grande presenza (1200 persone) di fedeli e autorità da Firenze e dalla Toscana. In San Pietro erano presenti anche i vescovi di Siena Antonio Buoncristiani, di San Miniato Fausto Tardelli, di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Riccardo Fontana, di Pistoia Mansueto Bianchi. Presente anche il vescovo di Perugia (ma di origine fiorentina) Gualtiero Bassetti e, tra i cardinali, i due predecessori di Betori, Silvano Piovanelli e Ennio Antonelli e Domenico Bartolucci, Maesto perpetuo della Cappella Sistina.Betori ha parlato anche dei suoi buoni rapporti con le istituzioni fiorentine: “credo molto – ha spiegato – in una Chiesa che parla alla città. Anche la pensa del Gonfalone, che campeggiava dietro l’altare del Bernini, significava questo”. L’arcivescovo ha fatto riferimento anche alla prossima visita del Papa in Toscana, ad Arezzo, Sansepolcro e alla Verna: anche lui sarà presente, ha annunciato, anche per il legame che lega Firenze al santuario francescano: per lo stesso motivo alla Verna sarà presente anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi.Parlando della Chiesa fiorentina, ha ricordato alcune figure del recente passato. “Ne ho tre da fare santi – ha detto – un sindaco santo, un vescovo santo e un prete santo” facendo riferimento a Giorgio La Pira, Elia Dalla Costa, don Giulio Facibeni.Una domanda anche sulla questione dell’Ici: ” Fare chiarezza – ha detto – è sempre utile, se c’erano delle ambiguità eliminarle è cosa buona. Purché siano fatte salve quelle attività che sono per la gente, culto e attività pastorali ma anche, al pari di altri soggetti, tutte le attività no profit che sono a vantaggio di tutti”.

LE PRIME PAROLE IN CONFERENZA STAMPA – VIDEO

“DON GIUSEPPE”, CARDINALE (DI DINO BOFFO)

INTERVISTA AL CARDINALE BETORI

LA NUOVA COMPOSIZIONE DEL COLLEGIO CARDINALIZIODopo la creazione di 22 nuovi Cardinali nel Concistoro di questa mattina, il Collegio Cardinalizio è composto da 213 porporati, dei quali 125 – che non hanno ancora 80 anni, sono elettori, cioè possono partecipare al conclave per l’elezione del Pontefice. I non elettori, che hanno superato gli 80 anni e che non possono eleggere il pontefice sono 84. Benedetto XVI ha creato 62 cardinali nei 4 concistori precedenti del suo Pontificato.I membri dell’attuale Collegio Cardinalizio provengono da 71 paesi e la loro distribuzione geografica è la seguente: Europa ne ha 119; America del Nord (Stati Uniti e Canada), ne conta 21; l’America Latina 32; l’Africa 17; l’Asia 20 e l’Oceania 4. IL PAPA INDICA AI 22 NUOVI CARDINALI LA MISSIONE NELLA CHIESA E NEL MONDO“Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam”. Richiamando le parole di Gesù a Pietro, stamattina Benedetto XVI ha iniziato, nella basilica vaticana, la sua allocuzione in occasione del rito del Concistoro ordinario pubblico per la creazione dei nuovi cardinali, l’imposizione della berretta, la consegna dell’anello e l’assegnazione del titolo. “Sono le parole efficaci – ha spiegato il Papa – con le quali Gesù ha costituito Pietro quale saldo fondamento della Chiesa. Di tale fondamento la fede rappresenta il fattore qualificativo: infatti Simone diventa Pietro – roccia – in quanto ha professato la sua fede in Gesù Messia e Figlio di Dio”.Servitori della Chiesa. “Le parole rivolte da Gesù a Pietro – ha chiarito il Pontefice – mettono bene in risalto il carattere ecclesiale dell’odierno evento. I nuovi cardinali, infatti, tramite l’assegnazione del titolo di una chiesa di questa città o di una diocesi suburbicaria, vengono inseriti a tutti gli effetti nella Chiesa di Roma guidata dal Successore di Pietro, per cooperare strettamente con lui nel governo della Chiesa universale”. I neo cardinali “si uniranno con nuovi e più forti legami non solo al Romano Pontefice ma anche all’intera comunità dei fedeli sparsa in tutto il mondo. Nello svolgimento del loro peculiare servizio a sostegno del ministero petrino, i neo-porporati saranno infatti chiamati a considerare e valutare le vicende, i problemi e i criteri pastorali che toccano la missione di tutta la Chiesa”. In questo “delicato compito” sarà loro “di esempio e di aiuto la testimonianza di fede resa con la vita e con la morte dal principe degli Apostoli, il quale, per amore di Cristo, ha donato tutto se stesso fino all’estremo sacrificio”. Con questo significato, ha sottolineato il Santo Padre, è da intendere anche “l’imposizione della berretta rossa. Ai nuovi cardinali è affidato il servizio dell’amore: amore per Dio, amore per la sua Chiesa, amore per i fratelli con una dedizione assoluta e incondizionata, fino all’effusione del sangue, se necessario”. A loro, inoltre, “è chiesto di servire la Chiesa con amore e vigore, con la limpidezza e la sapienza dei maestri, con l’energia e la fortezza dei pastori, con la fedeltà e il coraggio dei martiri. Si tratta di essere eminenti servitori della Chiesa che trova in Pietro il visibile fondamento dell’unità”.Dono di sé. Nel brano evangelico proclamato, “Gesù si presenta come servo, offrendosi quale modello da imitare e da seguire”, ha ricordato Benedetto XVI. “Il servizio a Dio e ai fratelli, il dono di sé: questa – ha aggiunto – è la logica che la fede autentica imprime e sviluppa nel nostro vissuto quotidiano e che non è invece lo stile mondano del potere e della gloria”. Facendo riferimento alla richiesta di Giacomo e Giovanni a Gesù di sedergli, nella gloria di Dio, uno alla destra e uno alla sinistra, il Papa ha affermato: “Dominio e servizio, egoismo e altruismo, possesso e dono, interesse e gratuità: queste logiche profondamente contrastanti si confrontano in ogni tempo e in ogni luogo. Non c’è alcun dubbio sulla strada scelta da Gesù: Egli non si limita a indicarla con le parole ai discepoli di allora e di oggi, ma la vive nella sua stessa carne. Spiega infatti: ‘Anche il Figlio dell’uomo non è venuto a farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto di molti’”. Per il Pontefice, “queste parole illuminano con singolare intensità l’odierno Concistoro pubblico. Esse risuonano nel profondo dell’anima e rappresentano un invito e un richiamo, una consegna e un incoraggiamento specialmente” per i nuovi cardinali.Fede e carità. Secondo la tradizione biblica, “il Figlio dell’uomo è colui che riceve il potere e il dominio da Dio”. “Gesù interpreta la sua missione sulla terra – ha evidenziato il Santo Padre – sovrapponendo alla figura del Figlio dell’uomo quella del Servo sofferente, descritto da Isaia. Egli riceve il potere e la gloria solo in quanto ‘servo’; ma è servo in quanto accoglie su di sé il destino di dolore e di peccato di tutta l’umanità. Il suo servizio si attua nella fedeltà totale e nella responsabilità piena verso gli uomini. Per questo la libera accettazione della sua morte violenta diventa il prezzo di liberazione per molti, diventa l’inizio e il fondamento della redenzione di ciascun uomo e dell’intero genere umano”. Rivolgendosi ai neo porporati Benedetto XVI ha detto: “Il dono totale di sé offerto da Cristo sulla croce sia per voi principio, stimolo e forza per una fede che opera nella carità. La vostra missione nella Chiesa e nel mondo sia sempre e solo ‘in Cristo’, risponda alla sua logica e non a quella del mondo, sia illuminata dalla fede e animata dalla carità che provengono a noi dalla Croce gloriosa del Signore”. “Sull’anello che tra poco vi consegnerò – ha concluso -, sono raffigurati i santi Pietro e Paolo, con al centro una stella che evoca la Madonna. Portando questo anello, voi siete richiamati quotidianamente a ricordare la testimonianza che i due Apostoli hanno dato a Cristo fino alla morte per martirio qui a Roma, fecondando così la Chiesa con il loro sangue. Mentre il richiamo alla Vergine Maria, sarà sempre per voi un invito a seguire colei che fu salda nella fede e umile serva del Signore”. (Sir)