Vita Chiesa
Sinodo, presentate al Papa le proposizioni finali: Quel vento soffia ancora
“Abbiamo sentito come la Chiesa anche oggi cresce, vive. Anche se sente venti contrari, tuttavia sente soprattutto il vento dello Spirito Santo che ci aiuta, ci mostra la strada giusta e così con nuovo entusiasmo, mi sembra, siamo in cammino e ringraziamo il Signore perché ci ha dato questo incontro veramente cattolico”. Sono, queste, le parole pronunciate stamattina da Papa Benedetto XVI nel corso della presentazione dell’elenco finale delle “propositiones” votate dai padri sinodali a chiusura del Sinodo dei vescovi su “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”.
“Io volevo – ha detto il Santo Padre – con questo piccolo Concistoro, completare il Concistoro di febbraio proprio nel contesto della nuova evangelizzazione, con un gesto dell’universalità della Chiesa, mostrando che la Chiesa è Chiesa di tutti i popoli, parla in tutte le lingue, è Chiesa di Pentecoste; non Chiesa di un continente ma Chiesa universale”. È “veramente edificante, consolante ed incoraggiante – ha aggiunto il Papa – vedere lo specchio della Chiesa universale con le sue sofferenze, minacce, pericoli e gioie, esperienze della presenza del Signore anche in situazioni difficili”. Benedetto XVI ha, contestualmente, reso nota la decisione di trasferire la competenza sui seminari dalla Congregazione per l’educazione cattolica alla Congregazione per il clero, e la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione.
Il risveglio della bellezza. Sulla necessità di “tradurre” la bellezza del Vangelo nel mondo si è soffermato il card. Wuerl, invitando a “non perdere la capacità di usare l’arte e la letteratura” come “strumenti per risvegliare il popolo alla bellezza”. Vogliamo con questo Sinodo, ha aggiunto il card. Carrè, “offrire dei mezzi affinché si realizzi l’incontro con Cristo”, ma per essere in grado di “aiutare gli altri a scoprire Cristo” bisogna essere “credenti credibili”. Se la nuova evangelizzazione, ha aggiunto mons. Michalik, “tocca tutti i campi dell’esistenza umana”, la base rimane “la fede: la preoccupazione è essere fedeli a Gesù Cristo. Il Sinodo non è stato consacrato perché nel mondo c’è la secolarizzazione, ma perché il Signore ha detto ‘Andate e predicate il Vangelo’”. Ci è voluto, ha proseguito il presidente della Conferenza episcopale polacca, “il coraggio di fare l’analisi della situazione nella quale viviamo, senza scappare davanti alla ricerca di chi vive nella difficoltà di fede. Per la prima volta abbiamo ascoltato testimonianze diverse, da quella del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, che da diacono ha vissuto il Concilio Vaticano II, ai rappresentanti dei movimenti. Mi sento come se avessi concluso una scuola, molto impegnativa, ma di valore”. Quella che abbiamo da raccontare con grande entusiasmo, ha concluso il card. Wuerl, “è la storia di Gesù, la presenza e le ragioni di Cristo nel mondo”.