Vita Chiesa
CCEE: MESSAGGIO FINALE, «CRISTIANI IN EUROPA, CITTADINI RESPONSABILI»
(Sir Europa – San Gallo) – «Nel contesto europeo in cui viviamo, auspichiamo pieno rispetto e disponibilità di dialogo senza pregiudizi e arroganza. I cristiani sentono la loro responsabilità di cittadini e hanno un patrimonio di verità che duemila anni di storia dimostrano nei frutti di servizio, di bene e di civiltà. La nostra missione ci impegna a essere pastori saggi di comunità presenti nella storia come il lievito nella pasta, e come lampade che brillano della luce di Cristo per il bene di tutti». Il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, riunito dal 27 al 30 settembre a San Gallo, Svizzera, ha concluso i lavori dell’assemblea plenaria, che si è primariamente occupata della «sfida dell’evangelizzazione alla vigilia dell’Anno della fede» e del cinquantesimo dell’apertura del Concilio. In un messaggio finale diffuso questa mattina, i vescovi affermano: «Siamo consapevoli che l’annuncio di Cristo Gesù è il grande sì’ di Dio alla vita dell’uomo, alla libertà, all’amore. Il Vangelo, infatti, rivela la verità di Dio-amore e svela il vero volto dell’uomo, lo salva dal male morale e porta a pienezza la sua umanità». Il Ccee prende quindi atto «delle gravi derive del liberismo economico e del libertarismo etico»; ricorda inoltre «che il cristianesimo è quanto mai attuale, e offre a tutti il suo patrimonio di perenne attualità poiché proclama un umanesimo personalista e comunitario».
«Le culture laiche, che si scontrano su diverse visioni antropologiche, non devono guardare con sospetto il messaggio cristiano, che da sempre dischiude l’ala della fede e l’ala della ragione. Le due ali appartengono all’uomo e alla storia europea, e sono alla base della nostra civiltà». La Chiesa in Europa – si legge ancora nel messaggio finale dell’assemblea del Ccee – «partecipa al dibattito culturale e sociale con il proprio patrimonio di sapienza e di cultura, presentando le elaborazioni della retta ragione. L’intento di ridisegnare i fondamenti naturali della società, come la famiglia o la convivenza delle diverse tradizioni storiche e religiose, è ritenuto non casuale». Il messaggio del Ccee rimarca a questo punto le espressioni di intolleranza, di discreto e persino l’«incitamento all’odio verso la fede e la dottrina cristiana, e quindi verso i cristiani. La loro voce è da taluni ritenuta scomoda ed è accusata d’intolleranza o di oscurantismo: in realtà, è sentita come pericolosa perché voce libera che non si piega a interessi, né è disposta a cedere a ricatti». I vescovi dichiarano: «Destabilizzare la persona e la società non è per il bene dell’uomo, ma rappresenta interessi di parte». (Sir)