Vita Chiesa

SINODO DEI VESCOVI: MONS. ETEROVIĆ, TRASMISSIONE FEDE «ALLE NUOVE GENERAZIONI»

La trasmissione della fede cristiana è «una delle grandi sfide della Chiesa che sarà approfondita nel contesto della nuova evangelizzazione», ricordando che «l’urgente compito di trasmettere alle nuove generazioni il Vangelo di Gesù – senza interruzione del processo di trasmissione della fede – si svolge nell’ambito della nuova evangelizzazione». Lo ha detto questa mattina mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, presentando nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala stampa vaticana l‘Instrumentum laboris (testo integrale .pdf) della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana» (7 – 28 ottobre 2012). L’Instrumentum laboris rappresenta «una tappa importante nella preparazione dei lavori sinodali» ed è «il risultato delle risposte ai Lineamenta, documento di riflessione sul tema dell’Assemblea sinodale» che è stato inviato ai 13 Sinodi dei Vescovi delle Chiese orientali cattoliche sui iuris, alle 114 Conferenze episcopali, ai 26 Dicasteri della Curia Romana e all’Unione dei superiori generali. Oltre alla prefazione, l’Instrumentum laboris è composto da quattro capitoli, preceduti da una introduzione e chiusi da una breve conclusione.

Nell’Introduzione, ha precisato mons. Eterović, si mette in risalto «l’importanza dei documenti conciliari che sono stati punti di riferimento per i Vescovi di Roma nell’applicarne le indicazioni nei decenni successivi». Il primo capitolo – «Gesù Cristo, Vangelo di Dio per l’uomo» – ribadisce «il nucleo centrale della fede cristiana, che non pochi cristiani ignorano»; il secondo capitolo del documento – «Tempo di nuova evangelizzazione» – è dedicato «alla segnalazione delle sfide attuali all’evangelizzazione come pure alla descrizione della nuova evangelizzazione»; il terzo capitolo – «Trasmettere la fede» – si sofferma invece sulla «finalità della nuova evangelizzazione» che «è la trasmissione della fede» perché «la Chiesa trasmette la fede che essa stessa vive» e «tutti i cristiani sono chiamati a dare il loro contributo». Nel quarto capitolo – «Ravvivare l’azione pastorale» – viene ripresa quindi «la trasmissione della fede nel contesto della nuova evangelizzazione» e riproposti «gli strumenti maturati durante la sua Tradizione e, in particolare, il primo annuncio, l’iniziazione cristiana e l’educazione, cercando di adattarli alle attuali condizioni culturali e sociali». Infine, la conclusione richiama la nuova evangelizzazione che «dovrebbe favorire un nuovo slancio apostolico» rendendo «più dinamica l’attività di ordinaria evangelizzazione della Chiesa, in grado di attrarre anche persone che se ne sono allontanate».

La nuova evangelizzazione «non è una risposta affannosa all’attuale crisi che vive l’uomo»; è piuttosto «il dinamismo della fede a spingere la Chiesa a riproporre il Vangelo che è sempre lo stesso ieri, oggi e sempre», ha precisato mons. Nikola Eterović, rispondendo alle domande dei giornalisti. «Non c’è bisogno di nuove strategie – è la puntualizzazione del presule -; bensì di parlare all’uomo di oggi in modo che questi intenda, ma nulla è importante quanto la testimonianza», senza la quale «viene meno l’autenticità dell’evangelizzatore, e questo potrebbe tradursi in un ostacolo alla trasmissione della fede». Dalle risposte ai questionari e dalle riflessioni di Conferenze episcopali, Sinodi dei vescovi delle Chiese cattoliche orientali sui iuris, Dicasteri della curia romana e Unione superiori generali, raccolte e sintetizzate nell’Instrumentum laboris, emerge che «il meccanismo della trasmissione della fede si è inceppato non solo nel mondo occidentale ‘secolarizzato’ – osserva mons. Eterović -; la necessità della nuova evangelizzazione riguarda pertanto anche le ‘nuove Chiese’ e questo un po’ ci meraviglia». Su 114 Conferenze episcopali, a rispondere «è stato oltre il 70%», informa mons. Eterović, che definisce «commovente leggere le risposte delle Chiese del Medio Oriente e dei Paesi africani dove la testimonianza della fede esige a volte anche il martirio». Nell’osservare che «tutta l’evangelizzazione – nuova, ordinaria, missio ad gentes, verso chi si è allontanato – ha bisogno di essere dinamizzata», il segretario del Sinodo sottolinea che essa non riguarda solo la Chiesa, ma «tutta la comunità cristiana». Dall’Instrumentum laboris, osserva, emerge inoltre la necessità che «la comunità ecclesiale allargata – parrocchie, movimenti, gruppi di preghiera, scuole cattoliche – educhi i genitori, primi trasmettitori della fede». Un richiamo anche all’esperienza del «Cortile dei gentili» (struttura promossa dal Pontificio Consiglio della cultura, ndr) che, «pur non iniziando dal primo annuncio, si incontra con le domande fondamentali dell’esistenza». Ad una domanda su una presunta «scarsa attenzione» dell’Instrumentum a separati, divorziati e madri single, il segretario del Sinodo replica: «Continuiamo a riproporre l’ideale della famiglia cristiana, piccola Chiesa domestica aperta alla vita che va avanti nonostante le difficoltà». A chi stigmatizza la mancanza nel documento di un paragrafo dedicato allo scandalo degli abusi sessuali del clero, mons. Eterović precisa che nel testo «si lamentano tutti i peccati, non solo questo ma anche gli altri, manifestatisi nella Chiesa negli ultimi anni». Infine l’assicurazione che «la Chiesa non ha mai avuto difficoltà con i giornalisti che fanno il loro dovere con professionalità e ai quali esprime gratitudine. I problemi nascono solo quando si va al di là dei fatti e si inventano le notizie». (Sir) La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana (testo integrale)