Vita Chiesa

PRATO, MONS. SIMONI: L’ASSENZA DI OCCUPAZIONE CREA DOLORE E CRISI, CHI HA CAPITALI INVESTA NEL LAVORO

Famiglia, lavoro e festa. Riprendendo i temi principali del recente incontro mondiale di Papa Benedetto XVI a Milano con le famiglie, al quale ha partecipato, il vescovo di Prato mons. Gastone Simoni ha voluto ricordare ai pratesi «l’importanza dell’amore che sgorga dell’Eucaristia e che lega questi tre elementi». Ieri sera, per le strade del centro storico si è tenuta la tradizionale processione nel giorno della solennità del Corpo e del Sangue di Cristo, durante la quale la comunità ecclesiale si raduna attorno al Santissimo Sacramento.

Forte anche quest’anno la partecipazione, piazza Duomo era piena di gente, come forti e accorate sono state anche in questa occasione le parole di mons. Simoni, pronunciate al termine della processione dal pulpito di Donatello. Ad ascoltare il presule, oltre ai sacerdoti diocesani, ai gruppi, ai movimenti e alle associazioni del laicato pratese anche le autorità cittadine con i rispettivi gonfaloni, rappresentate dal vice sindaco Goffredo Borchi e dal presidente della Provincia Lamberto Gestri. Il percorso della processione infatti, come avvenne lo scorso anno per la prima volta, ha previsto il passaggio di fronte a Palazzo Buonamici, sede della Provincia, e a Palazzo Comunale. Altro gesto significativo, che si rinnova, è stata la scelta di far leggere alcune invocazioni alle comunità cattoliche straniere. Così per le strade pratesi le preghiere sono state lette anche in cinese, rumeno, spagnolo, inglese e in urdu, la lingua pakistana.

«L’amore è il presupposto di tutto – ha detto il Vescovo –, nella famiglia esso è la consapevolezza di legarsi nell’unione coniugale e la responsabilità di dare origine ad altre vite». Poi una domanda: «Riusciamo a trasmettere alle nuove generazioni la sostanza dell’amore? Ciò significa non godere solo per sé ma saper portare alcuni pesi e riuscire a superare i passaggi più duri della vita». Difficoltà che mons. Simoni lega al tema del lavoro e alla sua attuale mancanza in molti settori. «Quello tra amore e lavoro è un binomio fondamentale – ha sottolineato il presule – e significa non solo l’amore per il lavoro, come contributo al sostentamento della propria famiglia e alla società, ma lavoro come amore perché la sua assenza crea crisi che addolora, soprattutto le nuove generazioni». E poi una sferzata, non nuova in questi termini, da parte del Vescovo: «Se avessi dei capitali certamente terrei conto del listino della borsa ma farei di tutto per favorire il bene comune e il lavoro». E su questo punto l’invito è a recuperare inventiva e creatività per trovare nuove forme di occupazione o per incrementare quelle che già ci sono.

Infine il tema della festa, evocato anche da Benedetto XVI domenica scorsa a Milano, sul quale mons. Simoni è intervenuto spesso perché da lui particolarmente sentito. Secondo il Vescovo i lavoratori, le famiglie, tutti hanno diritto di «gustare la sosta nella quale ci si ama, ci si diverte e ci si riposa, nel fisico e nella psiche e noi cristiani dobbiamo dare alla festa il significato del giorno del Signore». E a questo proposito l’invito ai credenti a santificare la festa «partecipando alla messa domenicale». «Però non siamo ingenui – ha concluso mons. Simoni – sappiamo benissimo che anche nei giorni di festa qualcuno deve lavorare». Per questo il Vescovo ha ricordato un felice «slogan» coniato nel 2010, che esprime un giusto compromesso: «Non tutte le domeniche, non tutta la domenica». (Sir)