Una piazza cosmopolita, allegra, piena di lingue e di colori diversi. Così la piazza del Duomo si presenta davanti a Benedetto XVI. Ci sono pellegrini da tutta la diocesi di Milano, naturalmente. Ma anche da tutta la Lombardia e non solo. Ci sono i turisti, che si fermano appoggiati alle transenne scrutando la folla che si assiepa. Ci sono i partecipanti al Family 2012 che arrivano alla spicciolata nella zona loro dedicata. Vengono da 150 diversi Paesi del mondo. Si stringono le mani, si abbracciano. È una festa. E il clima della festa è tutto intorno. In galleria, sotto i portici Milano, sempre in movimento, sembra aspettare il momento buono per fermarsi. In piazza si allestiscono gli striscioni, si levano le bandiere. La gente cerca riparo dal sole con gli ombrelli, i foulard distribuiti dal servizio d’ordine. E tra un canto e l’altro – ci sono gruppi e scolaresche che fanno la loro parte – l’entusiasmo sale, si prepara. Esplode nell’applauso quando arriva il Papa. «In questo tempo di grande travaglio, Milano è cambiata. È vero e naturale. È forse meglio dire che sta cercando il suo nuovo volto. Frammentazione, progettualità diverse e talora contrastanti, necessità di ripensare il mondo del lavoro e della finanza, di cui Milano resta in Italia la capitale, fame di educazione e di cultura, incontrano già risposta in non pochi ‘luoghi vivi’». Così il card. Angelo Scola si è rivolto questa sera a Benedetto XVI in piazza Duomo. «Difatti – ha continuato l’arcivescovo – si intravvedono i lineamenti della Milano del futuro. I cristiani stanno contribuendo a questa comune impresa. Sono a loro agio nella società plurale; non sono profeti di sventura, ma testimoni e quindi edificatori tenaci di vita buona. Consapevoli che la vera novità non è tanto l’inedito, quanto piuttosto l’innesto dell’antico nelle condizioni mutate dell’oggi». A questo riguardo il cardinale ha citato la «straordinaria esperienza degli oratori: più di 400.000 bambini e ragazzi si apprestano a vivere l’appassionante esperienza dell’oratorio estivo» e «la capillare condivisione del bisogno materiale e spirituale, soprattutto degli ultimi, che può contare su migliaia, in senso letterale, di istituzioni ed iniziative di condivisione». Infine un richiamo ai recenti terremoti che hanno visto «diversi gesti di solidarietà» che fanno di Milano «una città attraente». (Sir)