L’intervento del card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio della famiglia, ha concluso stamattina i lavori dell’assemblea plenaria del Congresso internazionale teologico pastorale, all’interno del VII Incontro mondiale delle famiglie (Milano, 30 maggio – 3 giugno) al MiCo Fieramilanocity. Il card. Antonelli ha evidenziato che il tema «La famiglia: il lavoro e la festa» è stato trattato in una prospettiva prevalentemente antropologica, secondo l’ispirazione della Genesi riguardo ai tre nuclei tematici, «tre beni che si realizzano nella relazione con gli altri e con Dio». Questa relazionalità è da valorizzare: «Gli altri non vanno guardati come rivali da sovrastare e utilizzare, ma come alleati con i quali aiutarsi, per crescere insieme. Non è lecito ridurli a strumento. Sono un bene in se stessi e meritano di essere rispettati, amati e valorizzati». Nell’attuale contesto «in cui la persona è ridotta ad individuo, la società a gioco d’interessi, la felicità a piacere, la verità a opinione, anche la famiglia, il lavoro e la festa subiscono riduzioni e distorsioni». Tutte le dimensioni della vita «devono essere plasmate dall’amore». Secondo il card. Antonelli «non solo nella famiglia e nella festa, ma anche nel lavoro e nell’economia deve prevalere la logica del dono, integrando utilità e gratuità, bene strumentale e bene voluto per se stesso». Nella riflessione del card. Antonelli, «la famiglia è un fenomeno universale nella storia del genere umano». A parte variazioni accidentali, «ha una struttura permanente, costituita dal rapporto tra i due sessi, legame uomo-donna, e dal rapporto tra le due generazioni, legame genitori-figli». Anche oggi, secondo le indagini statistiche, «la famiglia costituita da una coppia stabile con figli, è al primo posto nelle aspirazioni della gente, seguita al secondo posto dal lavoro». La famiglia autentica «comporta la donazione totale reciproca dei coniugi e la loro comune donazione ai figli mediante la procreazione, la cura e l’educazione» e permette lo sviluppo di «legami non solo affettivi, ma anche etici». Il card. Antonelli ha concluso la sua sintesi con un auspicio: «La cultura individualista, utilitarista, consumista, relativista ha impoverito le relazioni umane e ha compromesso la fiducia tra le persone; ha provocato la crisi dell’economia, del lavoro e della famiglia. La riscoperta dell’uomo come soggetto essenzialmente relazionale e la cura per la buona qualità delle relazioni porteranno al superamento della crisi del lavoro e della famiglia. La crisi fa emergere il malessere latente da tempo e apre prospettive nuove». (Sir)