Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA: OGGI LA FIGURA PATERNA NON È SUFFICIENTEMENTE PRESENTE

«Forse l’uomo d’oggi non percepisce la bellezza, la grandezza e la consolazione profonda contenute nella parola ‘padre’ con cui possiamo rivolgerci a Dio nella preghiera, perché più di una volta la figura paterna non è sufficientemente presente e positiva nella vita quotidiana». Lo ha detto il Papa, che nella catechesi dell’udienza generale di oggi si è soffermato sul tema della «paternità di Dio», esperienza resa possibile al credente sulla scorta dell’insegnamento di Gesù, che «ci insegna a rivolgerci a Dio con i termini affettuosi dei figli», chiamandolo «Abbà, Padre». «Lo Spirito Santo – ha spiegato Benedetto XVI – è il dono prezioso e necessario che ci rende figli di Dio, che realizza quella adozione filiale a cui sono chiamati tutti gli esseri umani». «Dio è nostro Padre, per Lui non siamo esseri anonimi, impersonali, ma abbiamo un nome», ha ricordato il Papa, sottolineando che «ognuno di noi è un miracolo di Dio, è voluto da Lui ed è conosciuto personalmente da Lui». È lo Spirito Santo che «ci fa entrare in questa verità, la comunica alla sfera più intima di noi stessi e riempie la nostra preghiera di serenità e di gioia»: per questo «la preghiera cristiana non avviene mai in senso unico da noi a Dio, non è mai un nostro agire, ma è espressione di una relazione reciproca in cui Dio agisce sempre per primo». «La preghiera dello Spirito di Cristo in noi e la nostra in Lui non è solo un atto personale, ma dell’intera Chiesa», ha detto il Papa: «Quando ci rivolgiamo al Padre nella nostra stanza interiore, nel silenzio e nel raccoglimento, non siamo mai soli. Siamo nella grande preghiera della Chiesa, siamo parte di una grande sinfonia che la comunità cristiana sparsa in ogni parte della terra e in ogni tempo eleva a Dio». (Sir)