«L’attesa è grande, l’ospitalità cordiale, abbiamo avuto più disponibilità di posti rispetto alle richieste. Ci prepariamo a un evento di fede, di universalità, di mondialità, un’esperienza di una Chiesa attenta ai problemi della gente, estroversa, missionaria, compagna di viaggio di tutte le famiglie». Con queste parole mons. Erminio De Scalzi, presidente della Fondazione Milano Famiglie 2012, lancia l’appuntamento ormai imminente con il VII Incontro mondiale delle famiglie che si svolgerà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno. Cresce l’attesa per il Papa: «Benedetto XVI sentirà il calore e l’accoglienza della città di Milano: sarebbe bello che venerdì 1 giugno lungo il percorso dall’aeroporto di Linate a piazza Duomo potesse toccare con mano la gioia di chi lo accoglie. Invito quindi le comunità parrocchiali toccate dal percorso a essere protagoniste di questa gioia». L’Incontro sarà una preziosa occasione «per dialogare non solo con fedeli credenti ma con tutti coloro che nella società riflettono su questi valori e per ascoltare il bene che possono raccontare famiglie dai volti diversi dai nostri». Ma il Family 2012, ricorda mons. De Scalzi, è anche «un evento di collaborazione tra Chiesa e istituzioni, Comune, Provincia, Regione: è stato faticoso ma bello lavorare insieme. Ringrazio il prefetto, commissario governativo per questo evento, con cui abbiamo proficuamente collaborato».Un’analisi sulla ricaduta economica e sociale del Family 2012 sul territorio milanese. È quella realizzata da Luigi Campiglio, ordinario di Politica economica all’Università Cattolica del S. Cuore di Milano, insieme ad un pool di ricercatori. I dati sono interessanti, non solo sotto il profilo economico, spiega l’economista: «Abbiamo cercato di valutare le risorse coinvolte dalla mobilità di centinaia di migliaia di persone che provengono dall’Italia e da fuori, con un lavoro veramente accurato. È risultata una stima prudenziale di 56 milioni di euro di spesa indotta, che ricade sul territorio milanese e che riguarda in gran parte spese legate alla vita quotidiana di decine di migliaia di persone che saranno in città». Ma non è solo questo il dato significativo: «Abbiamo calcolato questa cifra con grande onestà intellettuale, consapevoli del fatto che il valore vero di questo incontro è un altro. Oggi, dopo un anno di confronti, dibattiti e sensibilizzazione in vista dell’appuntamento, sappiamo molto di più su questo tema». Un altro aspetto intangibile riguarda la città di Milano, che Campiglio definisce per loccasione «la Città delle quattro A’: ambrosiana, aperta, accogliente e attraente».Domenica 27 maggio la solenne celebrazione nel Duomo di Milano della messa di Pentecoste da parte del card. Angelo Scola aprirà la settimana del VII Incontro mondiale delle famiglie. L’arcivescovo di Milano, nell’odierna conferenza con i giornalisti, ha presentato levento: «È un appuntamento straordinario, perché finalmente ha riportato la famiglia nella sua valenza oggettiva al centro del nostro dibattito e dell’attenzione non solo ecclesiale ma anche civile». Secondo il card. Scola, il successo e l’accoglienza di questa iniziativa si devono alla «genialità del tema, che ha collegato la famiglia al lavoro e alla festa». Si tratta di «un tema di attualità sostanziale, perché riguarda dimensioni permanenti proprie dell’esperienza comune a ogni uomo di ogni tempo e di ogni luogo che, proprio perché permanenti, sono sempre attuali». La «capacità di fare unità tra questi due aspetti con cui dobbiamo giocarci tutte le mattine è un elemento cardine del nostro essere». La valenza civile che l’evento ha assunto, ha aggiunto, è «segno che la società plurale è aperta». L’arcivescovo, in riferimento alla crisi in corso, ha precisato: «Il travaglio della crisi è stato probabilmente un altro fattore che ha imposto la famiglia all’attenzione collettiva, rimettendola al centro come nucleo fondamentale e costitutivo di ogni tipo di società, come unione stabile e aperta alla vita di un uomo e di una donna». (Sir)