Vita Chiesa

NEL BATTISTERO DI FIRENZE L’INNO AKATISTHOS PER SALUTARE LE ICONE RUSSE

Non una mostra ma un’ostensione, per uno scambio di opere d’arte ma anche di fede, di cultura, di tradizioni religiose: così il cardinale Giuseppe Betori presentò, alla sua apertura, l’iniziativa che ha portato tra splendide icone (tra le opere più pregiate dell’arte russa) nel Battistero di Firenze: l’Ascensione di Rublev, la Crocifissione e la Madre di Dio Odighitria. Un’ostensione molto apprezzata dai tanti turisti che ogni giorno visitano il San Giovanni, ma anche – e soprattutto – dalle persone che, nella mattina, hanno potuto ammirare queste opere nel contesto liturgico e di preghiera a loro più consono. L’ostensione si chiude lunedì 19 marzo: a solennizzare questo momento, domenica 18 marzo alle 18 sarà cantato davanti a queste immagini l’inno «Akatisthos», uno dei più celebri e antichi inni liturgici che la Chiesa ortodossa dedica alla Madre di Dio. Anche l’esecuzione sarà fatta in chiave ecumenica, unendo le voci delle Fraternità monastiche di Gerusalemme (i monaci e le monache della Badia Fiorentina) e del coro della Chiesa Ortodossa Russa di Firenze. La chiusura dell’ostensione delle icone russe segnerà anche il ritorno a Firenze delle opere messe a disposizione dall’Opera di Santa Maria del Fiore che, nell’ambito dello scambio, sono state esposte alla galleria Tretyakov di Mosca: la Madonna col Bambino di Giotto e il Polittico di Santa Reparata.