«La presenza orante», «l’atteggiamento interiore di ascolto» accompagnato da un «perseverante clima di raccoglimento»: è l’esempio di Maria, offerto alla Chiesa, nelle parole di Benedetto XVI che oggi, nella tradizionale udienza del mercoledì, si è soffermato sul tema della preghiera elemento ricorrente negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere di san Paolo. Con Maria ha detto il Papa rivolgendosi agli oltre diecimila fedeli radunati in piazza san Pietro – inizia la vita terrena di Gesù e con Lei iniziano anche i primi passi della Chiesa; in entrambi i momenti il clima è quello dell’ascolto di Dio, del raccoglimento. Ella ha seguito con discrezione tutto il cammino di suo Figlio durante la vita pubblica fino ai piedi della croce, e ora continua a seguire, con una preghiera silenziosa, il cammino della Chiesa. Le tappe del cammino di Maria, dalla casa di Nazaret a quella di Gerusalemme, ha affermato il Pontefice, sono segnate dalla capacità di mantenere un perseverante clima di raccoglimento, per meditare ogni avvenimento nel silenzio del suo cuore, davanti a Dio. Venerare la Madre di Gesù nella Chiesa ha spiegato Benedetto XVI – significa imparare da Lei ad essere comunità che prega. Maria invita ad aprire le dimensioni della preghiera, a rivolgersi a Dio non solamente nel bisogno e non solo per se stessi, ma in modo unanime, perseverante, fedele, con un cuore solo e un’anima sola’. La vita umana ha proseguito il Pontefice – attraversa diverse fasi di passaggio, spesso difficili e impegnative, che richiedono scelte inderogabili, rinunce e sacrifici. La Madre di Gesù è stata posta dal Signore in momenti decisivi della storia della salvezza e ha saputo rispondere sempre con piena disponibilità, frutto di un legame profondo con Dio maturato nella preghiera assidua e intensa. Maria, è stata la conclusione, ci insegna la necessità della preghiera e ci indica come solo con un legame costante, intimo, pieno di amore con suo Figlio possiamo uscire dalla nostra casa’ con coraggio, per raggiungere i confini del mondo e annunciare ovunque Gesù, Salvatore del mondo. Oggi, al termine dell’udienza, in piazza san Pietro, il Papa ha salutato e benedetto la Fiaccola Benedettina, portata sul sagrato dalle delegazioni delle tre città benedettine di Norcia, Cassino e Subiaco, con i rispettivi vescovi e abati, mons. Renato Boccardo, dom Pietro Vittorelli e dom Mauro Meacci. La Fiaccola è stata accesa lo scorso 4 marzo a Malta, dall’arcivescovo di La Valletta mons. Paul Cremona che l’ha definita un segno di fraternità, speranza e concordia che ci riporta indietro nel tempo, quando san Benedetto percorse l’Europa; ma ci proietta anche verso il futuro della nostra Europa, per la quale siamo chiamati ad un maggiore impegno di pace. La Fiaccola è stata accompagnata dal Corteo storico Terra Sancti Benedicti di Montecassino: oltre cento figuranti in costumi medioevali hanno fatto ingresso nella piazza, prima dell’udienza, al suono di tamburi. Dopo la benedizione la Fiaccola, portata da tedofori raggiungerà i comuni coinvolti dove sono previste celebrazioni civili e religiose. A Norcia, il 21 marzo, è atteso il card. Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, a Subiaco dom Bruno Marin, abate presidente della Congregazione sublacense ed il vescovo di Tivoli, mons. Mauro Parmeggiani, a Montecassino il card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. (Sir)