L’indifferenza religiosa, l’edonismo e la crisi dei valori, il dilagare dei fenomeni della pornografia e della prostituzione. Sono queste le sfide «impegnative» che le Chiese d’Europa e di Africa hanno dinanzi a loro. Esse non devono scoraggiarvi, ma piuttosto costituire occasione per rinnovare l’impegno e la speranza, la speranza che nasce dalla consapevolezza che la notte è avanzata, il giorno è vicino. Lo ha detto Benedetto XVI ricevendo questa mattina i partecipanti al Simposio dei Vescovi d’Africa e d’Europa guidati dal card. Péter Erdő, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, e dal card. Polycarp Pengo, presidente del Simposio delle Conferenze episcopali dell’Africa e del Madagascar. Le odierne sfide che avete dinanzi ha detto il Papa – sono impegnative. Penso, in primo luogo, all’indifferenza religiosa, che porta molte persone a vivere come se Dio non ci fosse o ad accontentarsi di una religiosità vaga, incapace di misurarsi con la questione della verità e il dovere della coerenza. Oggi, soprattutto in Europa, ma anche in alcune parti dell’Africa, si sente il peso dell’ambiente secolarizzato e spesso ostile alla fede cristiana. L’altra sfida sottolineata dal Papa per l’annuncio del Vangelo è l’edonismo, che ha contribuito a far penetrare la crisi dei valori nella vita quotidiana, nella struttura della famiglia, nel modo stesso di interpretare il senso dell’esistenza. Sintomo di una situazione di grave malessere sociale ha proseguito Benedetto XVI – è pure il dilagare di fenomeni quali la pornografia e la prostituzione. Voi siete ben consapevoli di queste sfide, che provocano la vostra coscienza pastorale e il vostro senso di responsabilità. Da qui l’invito di Benedetto XVI a non perdere la speranza anche perché, ha osservato, nelle società d’Africa e d’Europa sono presenti non poche forze buone, molte delle quali fanno capo alle parrocchie e si distinguono per l’impegno di santificazione personale e di apostolato. Auspico che, col vostro aiuto, esse possano diventare sempre più cellule vive e vitali della nuova evangelizzazione. Nel suo discorso, il Papa ha esortato i vescovi ad avere la famiglia al centro della loro attenzione perché essa, chiesa domestica, è anche la più solida garanzia per il rinnovamento della società. Alla Chiesa inoltre stanno a cuore anche i giovani: L’Europa e l’Africa ha detto il Santo Padre – hanno bisogno di giovani generosi, che sappiano farsi carico responsabilmente del loro futuro, e tutte le Istituzioni devono avere ben presente che in questi giovani è racchiuso l’avvenire e che è importante fare tutto il possibile perché il loro cammino non sia segnato dall’incertezza e dal buio. ai vescovi il papa ha quindi affidato il compito di seguire con speciale premura la loro crescita umana e spirituale, incoraggiando anche le iniziative di volontariato che possono avere valore educativo. Oggi, in un contesto globale, dobbiamo aiutare le Conferenze episcopali nella realizzazione della loro missione, ha detto nel suo saluto a Benedetto XVI il card. Péter Erdő, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa. Pur rilevando la diversità dei problemi dei nostri due continenti e dei diversi paesi, il card. Erdő ha sottolineato: Ci sono anche tanti aspetti comuni delle sfide odierne e, soprattutto, è comune l’entusiasmo della fede. Conoscere e apprezzare meglio l’altro ma anche riscoprire insieme il Signore che genera e sostiene la comunione tra noi è il bilancio di questi giorni. Nonostante le differenze tra le culture di Africa ed Europa, i valori fondamentali restano identici, ha osservato il card. Pengo. Per questo vogliamo rinnovare il nostro impegno missionario di annunciare Gesù Cristo a tutti cominciando con il risveglio nell’intimo del cuore umano del desiderio di Dio, tante volte dimenticato. Dal porporato africano l’intenzione di continuare a stringere i rapporti personali ed ecclesiali tra i due continenti ed essere attenti a quello che lo Spirito Santo in ogni momento ci spinge a fare insieme.(Sir)