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Messico: durante la pandemia aumentati i desaparecidos. Oltre 1.300 in pochi mesi secondo Amnesty International
Nei 4 mesi di quarantena sono scomparse in Messico 1.342 persone. Lo afferma l’attivista di Amnesty International, María de los Dolores Soto. “La scomparsa delle persone non è in quarantena”, ha detto intervenendo nella terza conversazione virtuale della serie “Cultura dei diritti umani: sfide e prospettive”, condotta dall’Ufficio del difensore dei diritti umani del popolo dello Stato di Oaxaca.
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La crisi sanitaria ha messo in evidenza le disuguaglianze strutturali storiche subite dai gruppi in situazioni vulnerabili in Messico e la referente di Amnesty ha sottolineato che la pandemia ha messo ancora più in difficoltà le famiglie degli scomparsi, che a causa della quarantena sono risultate anch’esse invisibili. Inoltre, ha detto, la scomparsa di una persona porta a una diminuzione del reddito familiare, sia perché manca il contributo della vittima al reddito, sia per le spese che vengono utilizzate per le ricerche dello scomparso. Dal 1964 a oggi si stimano 177mila 800 sparizioni in Messico, mentre la Commissione nazionale di ricerca ha riconosciuto solo 73mila 249 persone scomparse o non localizzate in tale periodo di tempo, di cui Il 75% ha tra i 15 ei 30 anni, “il che significa che la gioventù messicana sta scomparendo”, ha concluso María de los Dolores Soto.