Una meditazione su alcuni Salmi, che formano il libro di preghiera per eccellenza: è quella che ha offerto, stamattina, Benedetto XVI, riprendendo le Udienze in piazza San Pietro. Il Papa si è innanzitutto soffermato sul Salmo 3, riferito dalla tradizione ebraica a Davide nel momento in cui fugge dal figlio Assalonne. La situazione di pericolo e di angoscia sperimentata da Davide fa da sottofondo a questa preghiera e aiuta a comprenderla, presentandosi come la situazione tipica in cui un tale Salmo può essere recitato. Nel grido del Salmista ha evidenziato il Pontefice -, ogni uomo può riconoscere quei sentimenti di dolore, di amarezza e insieme di fiducia in Dio che, secondo la narrazione biblica, avevano accompagnato la fuga di Davide dalla sua città. La descrizione che l’orante fa della sua situazione è segnata da toni fortemente drammatici: Una moltitudine ricorda il Santo Padre – incombe e insorge contro di lui, generando una paura che ingigantisce la minaccia facendola apparire ancora più grande e terrificante; ma l’orante non si lascia vincere da questa visione di morte, mantiene saldo il rapporto con il Dio della vita e a Lui per prima cosa si rivolge, in cerca di aiuto. Però i nemici tentano anche di spezzare questo legame con Dio e insinuano che il Signore non può intervenire, affermano che neppure Dio può salvarlo. L’aggressione ha spiegato Benedetto XVI – non è solo fisica, ma tocca la dimensione spirituale, il nucleo centrale dell’animo del Salmista. È l’estrema tentazione a cui il credente è sottoposto, la tentazione di perdere la fede, la fiducia nella vicinanza di Dio. Il Giusto ha proseguito – supera l’ultima prova, egli resta saldo nella certezza della verità e nella piena fiducia in Dio e proprio così trova la vita e la verità. Qui il Salmo ci tocca molto personalmente in tanti problemi. Siamo tentati di pensare che forse anche Dio non ci salva. La tentazione contro la fede è l’ultima aggressione del nemico. Da questo dobbiamo resistere, così troviamo Dio e troviamo la vita.. Anche l’orante del Salmo 3 è chiamato a rispondere con la fede agli attacchi degli empi: i nemici negano che Dio possa aiutarlo, egli invece Lo invoca, Lo chiama per nome, Signore’, e poi si rivolge a Lui con un tu’ enfatico, che esprime una rapporto saldo, solido, e racchiude il sé la certezza della risposta divina. Il Signore è aiuto, difesa, salvezza; come scudo protegge chi si affida a Lui. (Sir)