Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, MESSA FINALE GMG: IL MONDO HA BISOGNO DI DIO, VI CHIEDO DI AMARE LA CHIESA

(Madrid, dai nostri inviati) – “Cari amici, vi ho pensato molto in queste ore in cui non ci siamo visti. Spero abbiate potuto dormire un po’”. Papa Benedetto XVI ha rivolto un saluto ai giovani prima di iniziare la celebrazione eucaristica che chiude la Giornata mondiale della gioventù. Facendo riferimento indiretto alla pioggia, alle nuvole e al vento che hanno segnato la veglia di ieri sera, il Pontefice ha affermato: “Sono certo che questa mattina avete alzato gli occhi al cielo, non solo il cuore”. E ancora: “Iniziamo ora la celebrazione con entusiasmo, fermi nella fede, sapendo che Dio non ci abbandona mai”.Diventare “testimoni della vera allegria”: è questo l’augurio che il card. Antonio Maria Rouco Varela fa ai giovani nel saluto rivolto al Pontefice all’inizio della messa. Per il prelato da quest’esperienza comincia per i giovani “una nuova tappa della loro vita”, in cui saranno testimoni “dell’allegria di Cristo”, “l’unica allegria che non svanisce, l’unica capace di vincere il cuore dei loro giovani amici e compagni, l’unica capace di salvare il mondo!”. Il cardinale ha ricordato al Papa che “i giovani l’hanno circondata con le loro affettuose e costanti attenzioni e dimostrazioni di venerazione e affetto filiale” e si sono dimostrati “straordinariamente recettivi alla Sue parole e al Suo messaggio” e “sono disposti a offrire al Signore un nuovo, o un rinnovato, ‘sì’ di Pietro che il papa incarna e rinnova per loro e con loro in questa celebrazione”. Il card. Varela ha sottolineato che la messa di oggi è il “momento culminante della Gmg, è il momento del sì a Cristo”: di fronte al mondo “così convulso e problematico, povero di vera e solida speranza, di giustizia e solidarietà” che i ragazzi si ritroveranno davanti quando rientreranno nei Paesi d’origine, “urge il loro sì al matrimonio”, alle “vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata” e alla “chiamata a essere un apostolo secolare”.“Non si può seguire Gesù da soli”. “Vi chiedo, cari amici, di amare la Chiesa, che vi ha generati alla fede”, ha detto papa Benedetto XVI ai giovani della Gmg nell’omelia della Messa (testo integrale). Prima di lasciare Madrid, Benedetto XVI pone ai giovani la stessa domanda che Gesù fece agli apostoli: “Ma voi, chi dite che io sia?”. “Rispondetegli – ha proseguito – con generosità e audacia, come corrisponde a un cuore giovane qual è il vostro”. Ma subito dopo, il Papa ha sottolineato che “seguire Gesù nella fede è camminare con Lui nella comunione della Chiesa”. “Chi cede alla tentazione di andare ‘per conto suo’ o di vivere la fede secondo la mentalità individualista, che predomina nella società, corre il rischio di non incontrare mai Gesù Cristo, o di finire seguendo un’immagine falsa di Lui. Aver fede significa appoggiarsi sulla fede dei tuoi fratelli, e che la tua fede serva allo stesso modo da appoggio per quella degli altri”. Da qui il caloroso invito ai giovani ad amare la Chiesa, che significa “riconoscere l’importanza del vostro gioioso inserimento nelle parrocchie, comunità e movimenti, così come la partecipazione all’Eucarestia di ogni domenica, il frequente accostarsi al sacramento della riconciliazione e il coltivare la preghiera e la meditazione della Parola di Dio”.“Il mondo ha bisogno della testimonianza della vostra fede, ha bisogno certamente di Dio”. È un invito a dare testimonianza della fede nel mondo, anche negli ambienti più lontani e diffidenti, quello lanciato questa mattina da Benedetto XVI nella messa. Al termine dell’omelia pronunciata davanti a circa un milione di pellegrini che hanno riempito Cuatro Vientos, a Madrid, il Santo Padre ha ricordato che dall’“amicizia con Gesù” non può non nascere “la spinta che conduce a dare testimonianza della fede negli ambienti più diversi, incluso dove vi è rifiuto o indifferenza”. Ecco l’esortazione che il Papa ha rivolto ai giovani al termine di questa Gmg: “Non è possibile incontrare Cristo e non farlo conoscere agli altri. Quindi, non conservate Cristo per voi stessi! Comunicate agli altri la gioia della vostra fede”. “Anche a voi – ha aggiunto – spetta lo straordinario compito di essere discepoli e missionari di Cristo in altre terre e Paesi dove vi è una moltitudine di giovani che aspirano a cose più grandi e, scorgendo nei propri cuori la possibilità di valori più autentici, non si lasciano sedurre dalle false promesse di uno stile di vita senza Dio”. (Sir)