(Bruxelles) – Nell’incontro di oggi abbiamo ricordato che una democrazia è tale e funziona solo se riconosce e rispetta la libertà di religione: il card. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco (Germania) e vice presidente della Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea) fa parte della delegazione della Chiesa cattolica presente all’appuntamento annuale tra le istituzioni Ue e le comunità religiose nei 27 Stati aderenti all’Unione. Ci preoccupa la situazione delle minoranze religiose presenti nei paesi arabi – afferma Marx – anche in relazione agli avvenimenti che stanno accadendo in nord Africa e medio Oriente. Ci domandiamo se questi paesi stiano realmente procedendo verso una democrazia compiuta e una situazione di pieno rispetto dei diritti e delle minoranze. La delegazione della Chiesa cattolica era inoltre composta da mons. Adrianus Van Luyn (Rotterdam, Paesi Bassi), presidente della Comece e dal card. Kaminierz Nycz (Varsavia, Polonia). Fra i temi discussi durante il meeting, cui hanno preso parte i vertici comunitari e una ventina di rappresentanti delle confessioni cristiane, di islam, ebraismo e buddismo, la promozione della pace, della democrazia e dello sviluppo nei paesi europei e in quelli vicini all’Ue.È nostro compito e nostra ambizione adoperarci per promuovere la democrazia, il pluralismo, lo Stato di diritto, i diritti umani e la giustizia sociale non solo in Europa, ma anche nei paesi vicini. Sono fortemente convinto che queste sfide non possano essere raccolte senza il contributo attivo delle comunità religiose. José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, commenta il meeting odierno, svoltosi nella sede dell’Esecutivo, con gli esponenti delle principali comunità religiose presenti nell’Unione europea. La discussione di oggi – aggiunge – ha confermato il nostro comune impegno per la promozione delle libertà e dei diritti democratici e quindi anche della libertà di religione e di credo. Jerzy Buzek, presidente del Parlamento europeo, ha affermato dal canto suo: Le comunità religiose hanno una grandissima importanza per il tessuto sociale dei paesi dell’Unione europea. Ciò vale anche per i cambiamenti dinamici in atto alle porte dell’Unione. Il Parlamento europeo ha sempre posto l’accento sul fatto che la libertà di religione o di credo è uno dei diritti umani imprescindibili. Per poter essere efficace nel quadro della politica di vicinato, l’Ue deve – secondo Buzek – collaborare sul campo con i gruppi religiosi su temi che vanno dall’istruzione alla assistenza sanitaria, fino alla ricostruzione del tessuto sociale.Non dimentichiamo la storia: è il monito lanciato da Herman van Rompuy, presidente del Consiglio europeo. Nell’Africa settentrionale e nel mondo arabo la storia si è messa in marcia. È un lungo percorso verso la libertà e la giustizia, che sono proprio i valori su cui si fondano i trattati europei. Van Rompuy ha sottolineato che anche la Comunità europea si è formata sulle ceneri della seconda guerra mondiale e anche dopo la caduta del Muro di Berlino. Così in nord Africa e nel mondo arabo tanti paesi e popoli si stanno liberando e noi dobbiamo essere al loro fianco. Inoltre noi europei non dobbiamo proprio adesso diventare meno aperti, meno tolleranti, più egoisti, se non addirittura razzisti. I valori non possono sopravvivere senza uno slancio spirituale, religioso o etico. Rivolgendosi ai leader religiosi il presidente del Consiglio Ue ha aggiunto: È qui che il vostro ruolo può rivestire una importanza fondamentale. Nessuno detiene il monopolio dei grandi valori umani che danno un senso alla vita e alle società. Ma dobbiamo tenere a mente che senza un tale slancio e una tale spinta, l’intera struttura potrebbe crollare. Dopo la riunione della mattinata, il confronto prosegue nel pomeriggio all’Europarlamento, con una tavola rotonda su: Parlamento Ue, dialogo con le chiese e le organizzazioni religiose. Io vengo dalla Bosnia Erzegovina e la mia gente ha sofferto molto per la guerra negli anni Novanta. Sono contento che Mladic sia stato assicurato alla giustizia. Mustafa Ceric è il gran mufti bosniaco ed era tra i rappresentanti della religione islamica durante il meeting con i rappresentanti comunitari. Nella sede della Commissione ha portato la sua testimonianza personale: Noi musulmani in Europa nutriamo molte speranze verso l’Ue. Così come confidiamo nel rispetto delle fedi in tutto il mondo e quindi del rispetto della minoranza copta in Egitto. Del resto – afferma – l’islam insegna il rispetto della vita, della pace, della libertà di culto, della dignità di ogni persona. Dove i musulmani sono in maggioranza devono rispettare questi principi. Durante la riunione diversi leader religiosi hanno preso la parola per sottolineare il clima positivo, di reciproca stima e di ascolto instauratosi tra vertici Ue e uomini di fede. Pinchas Goldschmidt, leader della conferenza dei rabbini europei, ha sottolineato: È in corso una primavera araba e si tratta di un buon segnale. Ci auguriamo che segua una estate, ovvero un stagione di luce, di libertà e dei diritti. Troppe volte i nostri figli hanno paura a circolare con i nostri copricapo tradizionali: questo non deve più avvenire, in nessuna parte del mondo. Auspichiamo invece una alleanza tra le religioni per la pace in ogni paese.Sir