La fede non è alienazione: sono altre le esperienze che inquinano la dignità dell’uomo e la qualità della convivenza sociale!. Ad esclamarlo è stato oggi il Papa, nella parte della sua allocuzione nella Basilica di S. Maria Maggiore dove ha recitato la preghiera del Rosario con i vescovi italiani in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia che fa da cerniera tra la prima parte, dedicata alla figura di Maria, e la seconda, dedicata al contributo che la Chiesa italiana può offrire al Paese. In ogni stagione storica le parole di Benedetto XVI l’incontro con la parola sempre nuova del Vangelo è stato sorgente di civiltà, ha costruito ponti fra i popoli e ha arricchito il tessuto delle nostre città, esprimendosi nella cultura, nelle arti e, non da ultimo, nelle mille forme della carità. A ragione l’Italia, celebrando i centocinquant’anni della sua unità politica, può essere orgogliosa della presenza e dell’azione della Chiesa, l’affermazione del Santo Padre, che ha precisato come quest’ultima non persegue privilegi né intende sostituirsi alle responsabilità delle istituzioni politiche; rispettosa della legittima laicità dello Stato, è attenta a sostenere i diritti fondamentali dell’uomo. Fra questi, Benedetto XVI ha citato anzitutto le istanze etiche e quindi l’apertura alla trascendenza, che costituiscono valori previi a qualsiasi giurisdizione statale, in quanto iscritti nella natura stessa della persona umana. In questa prospettiva, la Chiesa forte di una riflessione collegiale e dell’esperienza diretta sul territorio continua a offrire il proprio contributo alla costruzione del bene comune, richiamando ciascuno al dovere di promuovere e tutelare la vita umana in tutte le sue fasi e di sostenere fattivamente la famiglia, che per il Papa rimane la prima realtà nella quale possono crescere persone libere e responsabili, formate a quei valori profondi che aprono alla fraternità e che consentono di affrontare anche le avversità della vita. Non ultima fra queste, c’è oggi la difficoltà ad accedere ad una piena e dignitosa occupazione, ha proseguito il Papa, che ha lanciato un forte appello: Mi unisco le sue parole a quanti chiedono alla politica e al mondo imprenditoriale di compiere ogni sforzo per superare il diffuso precariato lavorativo, che nei giovani compromette la serenità di un progetto di vita familiare, con grave danno per uno sviluppo autentico e armonico della società. Non esitate a stimolare i fedeli laici a vincere ogni spirito di chiusura, distrazione e indifferenza, e a partecipare in prima persona alla vita pubblica. È l’invito rivolto dal Papa ai vescovi italiani. Incoraggiate le iniziative di formazione ispirate alla dottrina sociale della Chiesa ha proseguito Benedetto XVI affinché chi è chiamato a responsabilità politiche e amministrative non rimanga vittima della tentazione di sfruttare la propria posizione per interessi personali o per sete di potere. Sostenete la vasta rete di aggregazioni e di associazioni che promuovono opere di carattere culturale, sociale e caritativo. Non sono mancate le indicazioni rivolte all’ambito sociale e politico: Rinnovate le occasioni di incontro, nel segno della reciprocità, tra Settentrione e Mezzogiorno. Aiutate il Nord a recuperare le motivazioni originarie di quel vasto movimento cooperativistico di ispirazione cristiana che è stato animatore di una cultura della solidarietà e dello sviluppo economico. Provocate il Sud a mettere in circolo, a beneficio di tutti, le risorse e le qualità di cui dispone e quei tratti di accoglienza e di ospitalità che lo caratterizzano. Continuate a coltivare uno spirito di sincera e leale collaborazione con lo Stato l’esortazione di sintesi ai vescovi sapendo che tale relazione è benefica tanto per la Chiesa quanto per il Paese intero.La vostra parola e la vostra azione siano di incoraggiamento e di sprone per quanti sono chiamati a gestire la complessità che caratterizza il tempo presente. Con queste parole Benedetto XVI ha riassunto il compito della Chiesa italiana nella società: In una stagione, nella quale emerge con sempre maggior forza la richiesta di solidi riferimenti spirituali ha spiegato rivolgendosi ai vescovi sappiate porgere a tutti ciò che è peculiare dell’esperienza cristiana: la vittoria di Dio sul male e sulla morte, quale orizzonte che getta una luce di speranza sul presente. Poi l’apprezzamento e l’incoraggiamento ai presuli, riuniti fino a domani in Vaticano per la loro 63ª assemblea: Assumendo l’educazione come filo conduttore dell’impegno pastorale di questo decennio ha detto il Papa avete voluto esprimere la certezza che l’esistenza cristiana la vita buona del Vangelo è proprio la dimostrazione di una vita realizzata. Su questa strada voi assicurate un servizio non solo religioso o ecclesiale, ma anche sociale, contribuendo a costruire la città dell’uomo. Coraggio, dunque!, l’invito del Santo Padre, perché nonostante tutte le difficoltà, nulla è impossibile a Dio, a Colui che continua a fare grandi cose come si legge nel Vangelo di Luca attraverso quanti, come Maria, sanno consegnarsi a lui con disponibilità incondizionata. Cercare insieme ciò che veramente giova al bene del Paese. Questo l’invito finale rivolto dal Papa. Sotto la protezione della Mater unitatis’ ha detto Benedetto XVI, affidando l’Italia a Maria – poniamo tutto il popolo italiano, perché il Signore gli conceda i doni inestimabili della pace e della fraternità e, quindi, dello sviluppo solidale. Alle forze politiche, l’esortazione papale è a vivere anche l’anniversario dell’Unità come occasione per rinsaldare il vincolo nazionale e superare ogni pregiudiziale contrapposizione, in modo che le diverse e legittime sensibilità, esperienze e prospettive possano ricomporsi in un quadro più ampio. L’esempio di Maria l’auspicio del Santo Padre apra la via a una società più giusta, matura e responsabile, capace di riscoprire i valori profondi del cuore umano. La Madre di Dio incoraggi i giovani, sostenga le famiglie, conforti gli ammalati, implori su ciascuno una rinnovata effusione dello Spirito, aiutandoci a riconoscere e a seguire anche in questo tempo il Signore, che è il vero bene della vita, perché è la vita stessa. Di cuore benedico voi e le vostre comunità, ha concluso il Papa, che all’inizio della sua allocuzione ha detto di sentirsi in comunione con ogni comunità, anche con la più piccola, in cui rimane viva la tradizione che dedica il mese di maggio alla devozione mariana.Sir