“L’Azione cattolica è una forza educativa qualificata, sostenuta da buoni strumenti, da una tradizione più che centenaria”. Lo ricorda Benedetto XVI, in un messaggio ai partecipanti alla XVI assemblea nazionale dell’Azione cattolica italiana (Ac), che si è aperta oggi pomeriggio alla “Domus Pacis” di Roma. Il Santo Padre cita l’educazione di “bambini e ragazzi con l’Acr”, la realizzazione di “percorsi educativi con adolescenti e giovani”, la “formazione permanente per gli adulti”. “La vostra azione precisa papa Benedetto sarà maggiormente incisiva se, come già fate, lavorerete ancor di più fra di voi in un’ottica profondamente unitaria e favorirete collaborazioni con le altre forze educative sia ecclesiali sia civili”. “Per educare ricorda occorre andare oltre l’occasione, il momento immediato, e costruire con la collaborazione di tutti un progetto di vita cristiana fondato sul Vangelo e sul magistero della Chiesa, mettendo al centro una visione integrale della persona”. Nel messaggio all’Ac, Benedetto XVI punta poi l’attenzione sulla “proposta della santità”. “Le vostre associazioni puntualizza siano palestre di santità, in cui ci si allena a una dedizione piena alla causa del Regno di Dio, a un’impostazione di vita profondamente evangelica che vi caratterizza come laici credenti nei luoghi del vivere quotidiano”. “Santità aggiunge il pontefice significa per voi anche spendersi al servizio del bene comune secondo i principi cristiani offrendo nella vita della città presenze qualificate, gratuite, rigorose nei comportamenti, fedeli al magistero ecclesiale e orientate al bene di tutti”. È la “formazione all’impegno culturale e politico”, “compito importante, che richiede un pensiero plasmato dal Vangelo”, “impegno che si attua anzitutto a partire dalla vita quotidiana, di mamme e papà alle prese con le nuove sfide dell’educazione dei figli, di lavoratori e di studenti, di centri di cultura orientati al servizio della crescita di tutti”. “Oggi precisa il Papa la vita pubblica del Paese richiede un’ulteriore generosa risposta da parte dei credenti, affinché mettano a disposizione di tutti le proprie capacità e le proprie forze spirituali, intellettuali e morali”.Infine, la richiesta “di essere generosi, accoglienti, solidali, e soprattutto comunicatori della bellezza della fede” di fronte al “grande sconvolgimento del mondo e del Mediterraneo”. “Tanti uomini, donne e giovani osserva Benedetto XVI vengono a contatto con il nostro mondo” e hanno bisogno “di non perdere la speranza, di non barattare la loro dignità”. “Hanno bisogno di pane, di lavoro, di libertà, di giustizia, di pace, di veder riconosciuti i propri inderogabili diritti di figli di Dio. Hanno bisogno di fede, e noi possiamo aiutarli, nel rispetto delle loro convinzioni religiose, in uno scambio libero e sereno, offrendo con semplicità, franchezza e zelo la nostra fede in Gesù Cristo”. “Nella costruzione della storia d’Italia”, sottolinea il Papa, l’Ac “ha avuto una grande parte”, e anche oggi può “contribuire a creare una cultura popolare, diffusa, positiva, e formare persone responsabili capaci di mettersi al servizio del Paese”. Essa “può aiutare l’Italia a rispondere alla sua vocazione peculiare, collocata nel Mediterraneo, crocevia di culture, di aspirazioni, di tensioni che esigono una grande forza di comunione, di solidarietà e di generosità”. “Oggi voi laici cristiani conclude il Papa siete chiamati ad offrire con convinzione la bellezza della vostra cultura e le ragioni della vostra fede, oltre che la solidarietà fraterna, affinché l’Europa sia all’altezza della presente sfida epocale”.