Vita Chiesa

BLOGGERS IN VATICANO: CARD. RAVASI, «DA QUEST’ORIZZONTE NON SI PUÒ PRESCINDERE»

“Abbiamo voluto che la blogosfera diventasse in qualche modo una presenza anche nell’interno della cultura della Santa Sede, all’interno della stessa esperienza cristiana”. Questo, nelle parole del card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura, in un’intervista alla Radio Vaticana, l’obiettivo del primo incontro mondiale di bloggers promosso dalla Santa Sede, in corso oggi pomeriggio in Vaticano per iniziativa dei Pontifici Consigli della cultura e delle comunicazioni sociali. “Dobbiamo riconoscere – sottolinea il card. Ravasi – la rilevanza di questo fenomeno, che, come si suol dire, viene proprio dal basso. Un fenomeno che tende, progressivamente, anche a interessare i grandi fenomeni, le grandi interpretazioni culturali, ma che soprattutto tende anche a insistere, a incidere nell’interno dell’orizzonte alto della Chiesa, della fede”. “Da quest’orizzonte non si può prescindere”, precisa il presidente del dicastero vaticano, ricordando che “la selezione che abbiamo fatto, tra le richieste che sono state avanzate, non vuole essere assolutamente né l’avallo dei contenuti o delle modalità espressive, né d’altra parte vuole rappresentare una sorta di modello”.Piuttosto, prosegue il card. Ravasi, “abbiamo fatto una scelta, attraverso un sorteggio, all’interno di queste molteplici richieste che ci sono state rivolte, per iniziare un dialogo anche con un mondo così fluido, così complesso, un mondo che, per certi versi, è anche in fibrillazione continua, ma sempre riconoscendo che è necessario dialogare, interloquire”. Riguardo alla data scelta, il porporato riconosce che “idealmente potremmo quasi mettere questo nostro esperimento proprio sotto il patrocinio di Giovanni Paolo II. Egli è stato una delle figure che ha percorso tutti gli itinerari possibili e immaginabili, non soltanto spaziali ma anche i veri e propri percorsi della cultura contemporanea della stessa comunicazione. Non ha temuto di mettersi anche in gioco su questi percorsi, su questi itinerari, ma dall’altra parte ha conservato, forte, la sua identità. Il nostro compito è proprio quello di riconoscere che esiste un messaggio e questo messaggio è permanente, è fondante, è un messaggio che usa, anche senza imbarazzo, la parola ‘verità’. Dall’altra parte, però, è un messaggio che dev’essere coniugato ininterrottamente, formulato, espresso nella molteplicità dei linguaggi”.Sir