(Bruxelles) – I vescovi della Comece (Commissione episcopati comunità europea) accolgono la primavera araba come un segno di speranza, rivolgono raccomandazioni all’Unione europea e propongono azioni a livello ecclesiale. È quanto si legge nel comunicato finale della plenaria di primavera, “Chiese cristiane in Maghreb e Mashriq”, conclusasi oggi a Bruxelles. Dopo decenni di stallo diplomatico e conflitti in Medio Oriente e Nord Africa afferma il documento, le rivolte popolari in Tunisia, Egitto, Libia e altri Paesi arabi rappresentano una legittima rivendicazione della libertà e della dignità umana per milioni di persone. I vescovi della Comece incoraggiano i cittadini a continuare il loro impegno verso l’istituzione dei diritti fondamentali e della democrazia e desiderano rendere uno speciale omaggio alle giovani generazioni che hanno svolto un ruolo di primo piano nel lancio e nell’organizzazione di questa rivolta in modo coraggioso, pacifico ed ecumenico. I presuli credono che i cristiani di questi Paesi condividano una comune cittadinanza con i loro concittadini di altre religioni e che ogni religione costituisca parte integrante delle loro società. Pertanto li invitano a contribuire, sulla base della loro fede per il cambiamento democratico nel proprio Paese come concittadini. I vescovi rivolgono quindi all’Ue alcune raccomandazioni. Sono urgenti e necessarie maggiori informazioni e solidarietà concreta tra gli Stati Ue per aiutarli ad affrontare l’afflusso di migranti e rifugiati provenienti da Nord Africa e Medio Oriente (come previsto nella direttiva 2001/55/CE sulla protezione temporanea), ed è necessario contribuire a migliorare la deplorevole situazione in questi Paesi promuovendone la modernizzazione e la democratizzazione. Indispensabile inoltre sottolineare l’importanza di garantire uguali diritti a tutti i cittadini di quei Paesi, indipendentemente da etnia o religione. Da parte loro i vescovi pensano a scambi regolari con le Conferenze episcopali di Nord Africa e Medio Oriente, a promuovere la riflessione su “Democrazia e religione” insieme a cristiani e musulmani di quelle aree, e l’educazione sociale e politica dei giovani provenienti da Nord Africa e Medio Oriente. In una lettera ai confratelli di quelle aree i vescovi della Comece esprimono solidarietà e comunione condivisa nella preghiera e definiscono intollerabili l’insicurezza e le minacce che le minoranze cristiane devono fronteggiare sempre più nel mondo arabo. Esprimendo altresì preoccupazione per il modo in cui le minoranze religiose vengono a volte trattate in Europa, invitano tutti i cittadini, specialmente i cristiani, e i leader politici Ue ad assumersi le proprie responsabilità per promuovere il dialogo tra culture e civiltà in Europa e nel resto del mondo.Sir