Vita Chiesa

CEI: COMUNICATO FINALE COMM. PRESBITERALE, MISURARSI CON I CAMBIAMENTI IN ATTO

Si è concluso ieri l’incontro della Commissione Presbiterale Italiana che si è svolto a Roma, nella sede della Conferenza Episcopale Italiana. Un incontro – si legge oggi in una nota della Cei – “quanto mai variegato nelle tematiche affrontate”. Si è infatti parlato della “dottrina sociale nella formazione e nella missione della Chiesa” e di internet e tecnologie informatiche e della importanza dei santuari e dei pellegrinaggi. Nella mattinata di ieri i partecipanti hanno accolto le parole di mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, il cui intervento si è centrato sulle sfide “poste dalle pesanti dinamiche migratorie in atto, con l’acutizzarsi dei problemi in seguito alla drammatica situazione vissuta da molti paesi del Nord Africa”. Mons. Crociata ha ribadito “la necessità che il nostro Paese sia in grado di aprirsi a prospettive nuove di accoglienza e solidarietà, nella sicurezza e nella legalità, rimuovendo ogni pregiudizio e paura”.Facendo il punto del dibattito che si è svolto in seguito all’intervento di mons. Crociata, così si legge nel comunicato della Cei: “Il successivo dibattito ha visto alternarsi le voci di diversi sacerdoti che, con toni talvolta accorati, hanno sottolineato la gravità della situazione economica in atto soprattutto in alcune zone italiane, tale da rendere difficoltosa e problematica una effettiva accoglienza e integrazione. Occorre, è stato detto, comprendere anche le ragioni di coloro che si pongono con maggior distanza psicologica rispetto alle dinamiche migratorie in atto, anche all’interno delle comunità cristiane”. Nella successiva replica, mons. Crociata ha rimarcato il fatto che quello della immigrazione è “un fenomeno ormai inarrestabile”. Pensarla diversamente assume caratteri di “irrealtà”. Proprio qui – ha detto – “sta la difficoltà grande sul piano culturale e politico: di accettare e misurarsi con i cambiamenti che questa programmazione ci imporrà. Il nostro stile di vita non potrà continuare all’infinito pretendendo di difendere ad oltranza l’attuale tenore di vita”.Sir