L’importanza storica della risurrezione si manifesta nella testimonianza delle prime comunità che hanno dato vita alla tradizione della domenica come segno identificativo d’appartenenza al Signore: lo ha detto questa sera in Vaticano, presentando il libro del Papa su Gesù, il prefetto della Congregazione dei vescovi, card. Marc Ouellet, canadese, già arcivescovo del Quebec e segretario del Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio. Circa l’evento centrale del cristianesimo, la risurrezione di Gesù, considerata nei suoi aspetti storici, il cardinale ha citato le parole dirette del testo: Per me scrive il Santo Padre la celebrazione del Giorno del Signore, che fin dall’inizio distingue la comunità cristiana, è una delle prove più forti del fatto che in quel giorno è successa una cosa straordinaria, la scoperta del sepolcro vuoto e l’incontro con il Signore risorto. Il cardinale ha anche spiegato che il Papa insorge contro le elucubrazioni esegetiche che dichiarano compatibili l’annuncio della risurrezione di Cristo e la permanenza del suo cadavere nel sepolcro. Egli ha proseguito esclude queste assurde teorie osservando che il sepolcro vuoto, anche se non è una prova della risurrezione, di cui nessuno è stato diretto testimone, resta un segno, un presupposto, una traccia lasciata nella storia da un evento trascendente. Solo un avvenimento reale scrive il Papa d’una qualità radicalmente nuova era in grado di rendere possibile l’annuncio apostolico, che non è spiegabile con speculazioni o esperienze interiori, mistiche’.Riflettendo sugli aspetti teologico-culturali del volume di Benedetto XVI e anche sulle conseguenze nei rapporti ecumenici e interreligiosi, il card. Ouellet ha sottolineato che grazie all’esempio che dà e ai risultati che ottiene, questo libro eserciterà una mediazione tra l’esegesi contemporanea e l’esegesi patristica, da un lato, come anche nel necessario dialogo tra esegeti, teologi e pastori, da un altro. In quest’opera ha proseguito vedo un grande invito al dialogo su ciò che è essenziale del cristianesimo, in un mondo in cerca di punti di riferimento, in cui le differenti tradizioni religiose faticano a trasmettere alle nuove generazioni l’eredità della saggezza religiosa dell’umanità. Secondo il cardinale, il volume sarà anzi occasione di una crescita del dialogo a 360 gradi con le altre religioni. Dialogo dunque all’interno della Chiesa ha detto dialogo con le altre Confessioni cristiane, dialogo con gli ebrei il cui coinvolgimento storico in quanto popolo nella condanna a morte di Gesù viene una volta di più escluso. Dialogo infine con altre tradizioni religiose sul senso di Dio e dell’uomo che emana dalla figura di Gesù, così propizia alla pace e all’unità del genere umano.Sir