“La novità di Gesù consiste, essenzialmente, nel fatto che Lui stesso riempie’ i comandamenti con l’amore di Dio, con la forza dello Spirito Santo che abita in Lui”. Lo ha detto stamattina Benedetto XVI, prima di guidare la recita dell’Angelus da piazza San Pietro. Prima della preghiera mariana, il Papa ha ricordato anche il dramma dei quattro piccoli rom morti, la settimana scorsa, nell’incendio della loro roulotte, a Roma.“Nella Liturgia di questa domenica ha ricordato il Pontefice – prosegue la lettura del cosiddetto Discorso della montagna’ di Gesù, che occupa i capitoli 5, 6 e 7 del Vangelo di Matteo. Dopo le Beatitudini’, che sono il suo programma di vita, Gesù proclama la nuova Legge, la sua Torah, come la chiamano i nostri fratelli ebrei”. In effetti, “il Messia, alla sua venuta, avrebbe dovuto portare anche la rivelazione definitiva della Legge, ed è proprio ciò che Gesù dichiara: Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti: non sono venuto ad abolire, ma a dare il pieno compimento’. E, rivolto ai suoi discepoli, aggiunge: Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli'”.Ma, è stata la domanda del Santo Padre, in che cosa consiste questa “pienezza” della Legge di Cristo, e questa “superiore” giustizia che Egli esige? Gesù lo spiega mediante una serie di antitesi tra i comandamenti antichi e il suo modo di riproporli. Ogni volta inizia: “Avete inteso che fu detto agli antichi ”, e poi afferma: “Ma io vi dico ”. “Questo modo di parlare ha affermato Benedetto XVI – suscitava grande impressione nella gente, che rimaneva spaventata, perché quell’io vi dico’ equivaleva a rivendicare per sé la stessa autorità di Dio, fonte della Legge”. La novità di Gesù consiste, essenzialmente, ha spiegato il Papa, “nel fatto che Lui stesso riempie’ i comandamenti con l’amore di Dio, con la forza dello Spirito Santo che abita in Lui. E noi, attraverso la fede in Cristo, possiamo aprirci all’azione dello Spirito Santo, che ci rende capaci di vivere l’amore divino”. Perciò “ogni precetto diventa vero come esigenza d’amore, e tutti si ricongiungono in un unico comandamento: ama Dio con tutto il cuore e ama il prossimo come te stesso. Pienezza della Legge è la carità’, scrive san Paolo”.“Davanti a questa esigenza, ad esempio, il pietoso caso dei quattro bambini rom, morti la scorsa settimana alla periferia di questa città, nella loro baracca bruciata ha sostenuto il Pontefice -, impone di domandarci se una società più solidale e fraterna, più coerente nell’amore, cioè più cristiana, non avrebbe potuto evitare tale tragico fatto. E questa domanda vale per tanti altri avvenimenti dolorosi, più o meno noti, che avvengono quotidianamente nelle nostre città e nei nostri paesi”.Per il Santo Padre, “forse non è un caso che la prima grande predicazione di Gesù si chiami Discorso della montagna’! Mosè salì sul monte Sinai per ricevere la Legge di Dio e portarla al Popolo eletto. Gesù è il Figlio stesso di Dio che è disceso dal Cielo per portarci al Cielo, all’altezza di Dio, sulla via dell’amore”. Anzi, “Lui stesso è questa via: non dobbiamo far altro che seguire Lui, per mettere in pratica la volontà di Dio ed entrare nel suo Regno, nella vita eterna”. “Una sola creatura ha osservato Benedetto XVI – è già arrivata alla cima della montagna: la Vergine Maria. Grazie all’unione con Gesù, la sua giustizia è stata perfetta: per questo la invochiamo Speculum iustitiae. Affidiamoci a lei, perché guidi anche i nostri passi nella fedeltà alla Legge di Cristo”.In francese il Papa ha salutato in particolare gli educatori e gli studenti del Collegio di Parigi Charles Péguy. “Venerdì scorso abbiamo celebrato la Giornata mondiale del malato ha rammentato -. Vi invito ad essere promotori di una cultura che ama la vita, rispetta e protegge la volontà del Creatore”. Di qui l’auspicio di “preservare non solo la salute del vostro corpo, ma anche quella della vostra anima!”. Nei saluti ai pellegrini slovacchi e particolarmente ai delegati dei movimenti e delle associazioni di fedeli laici, il Santo Padre ha ricordato che “la Chiesa in Europa celebrerà domani la festa dei suoi compatroni, i santi fratelli Cirillo e Metodio. Seguendo le loro orme anche voi siete venuti a Roma. Che questo pellegrinaggio vi rafforzi nella fede, che essi hanno annunziato ai vostri antenati”. Parlando ai pellegrini polacchi, Benedetto XVI ha detto di essere unito “nella preghiera con i fedeli dell’arcidiocesi di Lublino, orfana dopo l’improvvisa morte dell’arcivescovo Józef Życiński. E’ tornato al Signore, compiendo il servizio alla Chiesa universale nella Santa Sede. Goda nella gloria dei frutti della sua vita e dell’opera pastorale. A tutti i vescovi, sacerdoti e fedeli in Polonia imparto di cuore la mia benedizione”.