Vita Chiesa

FIRENZE, GLI AUGURI DI MONS. BETORI: IL NATALE E’ UN FATTO, NON SI PUO’ NASCONDERE

“Il Natale è un fatto: nasconderlo non è giusto, è antieducativo e anticulturale. L’adesione di fede, riguarda le coscienze e su questo piano nessuno vuole imporre niente. Ma non si può negare o nascondere che duemila anni fa sia nato un bambino che ha cambiato il corso della storia, tanto che si fa partire da quella data il conteggio degli anni”. E’ questa la riflessione che l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori ha proposto durante il brindisi con i giornalisti per gli auguri alla città. L’immigrazione oggi porta nelle nostre città tradizioni e religioni diverse: “A Firenze – ha ricordato Betori – c’è una grande tradizione di dialogo, dai tempi di La Pira. Il riferimento però è la nostra Carta Costituzionale, dove sono indicati i valori condivisi che chi vuole far parte della comunità deve rispettare”.Parlando dell’anno trascorso, Betori non ha tralasciato un accenno al caso Cantini: “Tristi vicende fiorentine dove una svolta è stata due anni fa, con la sentenza pronunciata dal Papa.”. Negli ultimi tempi, ha ricordato l’arcivescovo, “è maturato anche il tempo per un dialogo con le vittime, conosciute e sconosciute”.Riguardo ai fatti della Chiesa fiorentina, Betori ha sottolineato “la bellezza del nostro presbiterio, una risorsa forte per la vita pastorale”: il 2010 fra l’altro ha visto, numericamente, un saldo in parità, 5 nuove ordinazioni e 5 sacerdoti accompagnati nel viaggio verso la Casa del Padre. L’Arcivescovo ha anche sottolineato l’apporto dei laici e dell’associazionismo, dimostrato in particolare anche con la serata di presentazione alla diocesi degli Orientamenti pastorali dei Vescovi italiani: “Mi ha fatto piacere – ha detto – vedere una grande partecipazione”.Tra le indicazioni pastorali per il prossimo anno, Betori ha sottolineato che la diocesi lavorerà sull’accoglienza dell’esortazione postsinodale sulla Parola di Dio e degli orientamenti pastorali della Cei sull’educazione. Il 2011 sarà anche l’anno del completamento, con l’emanazione dei relativi decreti, del percorso di riorganizzazione delle parrocchie e delle chiese del centro storico.Sul piano culturale, Betori ha ricordato la partecipazione della Chiesa fiorentina all’evento Florens 2010 che ha ricordato, ha detto, “l’importanza delle radici cattoliche nell’identità della città” e che è servito a ricordare, a proposito del David di Michelangelo, quella che il filosofo Givone ha chiamato la dimensione “cristica” dell’opera dell’artista fiorentino. Una dimensione religiosa che lo spostamento in piazza Signoria non aveva cancellato; lo ha fatto, piuttosto, lo spostamento all’Accademia che ha dato all’opera di Michelangelo un aspetto puramente estetico. D’altra parte, ha detto, l’800 non è stato per Firenze il secolo migliore: basta guardarlo, per capirlo, quel vuoto che è diventata piazza della Repubblica. Una ripresa c’è stata invece nella metà del ‘900, con un ritorno dell’identità cristiana nell a cultura, con persone come Mario Luzi, e nella politica e nella società con figure come Giorgio La Pira.Un evento culturale decisamente diverso dall’esposizione di Palazzo Vecchio del teschio di Hirst a proposito del quale, ha detto, “l’arte non deve stupire ad ogni costo” e che, riguardo all’arte contemporanea, Firenze dovrebbe promuovere la produzione locale o che comunque sia legata al tessuto culturale cittadino. Betori ha anche annunciato la sua presenza alle celebrazioni, nel 2011, per il 150 anni dell’Unità d’Italia.Riguardo ai disagi causati dalla neve, Betori ha rivelato di essere stato personalmente bloccato e costretto a spostarsi a piedi dal convitto della Calza all’Arcivescovado: “Firenze si è trovata impreparata – ha detto – ma non bisogna confondere ciò che è successo in città con ciò che è accaduto intorno alla città. C’è da lamentare – ha aggiunto – la mancanza di una circonvallazione”.Riguardo al giorno di Natale, Betori ha annunciato che – dopo le celebrazioni, in Cattedrale, della Messa nella notte e nel giorno di Natale – lo trascorrerà al pranzo dei poveri organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio e poi con i preti anziani del Convitto ecclesiastico, mentre dal 26 sarà in Umbria per qualche giorno con i parenti.