Siate costanti, fino alla venuta del Signore: Benedetto XVI all’Angelus di oggi, in piazza S. Pietro, ha ripreso un passo della Lettera di San Giacomo, proposta dalla Liturgia domenicale, per mettere l’accento sul valore della pazienza. L’Avvento è stata la riflessione del Pontefice ci chiama a potenziare quella tenacia interiore, quella resistenza dell’animo che ci permettono di non disperare nell’attesa di un bene che tarda a venire. Piuttosto, ha proseguito, dobbiamo aspettare questo bene, anzi prepararne la venuta con fiducia operosa e ha detto ancora: Mi sembra quanto mai importante, ai nostri giorni, sottolineare il valore della costanza e della pazienza, una virtù che appartenevano al bagaglio normale dei nostri padri, ma che oggi sono meno popolari, in un mondo che esalta, piuttosto, il cambiamento e la capacità di adattarsi a sempre nuove e diverse situazioni.Il Papa ha, così, ripreso l’esempio dell’agricoltore, indicato da San Giacomo, che aspetta con costanza il prezioso frutto della terra. Un paragone, ha detto, molto espressivo, perché L’agricoltore non è un fatalista, ma è modello di una mentalità che unisce in modo equilibrato la fede e la ragione, perché, da una parte, conosce le leggi della natura e compie bene il suo lavoro, e, dall’altra, confida nella Provvidenza, perché alcune cose fondamentali non sono nelle sue mani, ma nelle mani di Dio.La pazienza e la costanza ha osservato sono proprio sintesi tra l’impegno umano e l’affidamento a Dio. Si è così soffermato sull’esortazione a rinfrancare in nostri cuori che troviamo nella Scrittura. Come possiamo fare questo?, si chiede il Papa, Come possiamo rendere più forti i nostri cuori, già di per sé piuttosto fragili, e resi ancora più instabili dalla cultura in cui siamo immersi?: L’aiuto – ha detto – non ci manca: è la Parola di Dio. Infatti, mentre tutto passa e muta, la Parola del Signore non passa. Se le vicende della vita ci fanno sentire smarriti e ogni certezza sembra crollare, abbiamo una bussola per trovare l’orientamento, abbiamo un’ancora per non andare alla deriva.Il modello che ci viene offerto, ha affermato il Papa, è quello dei profeti, cioè di quelle persone che Dio ha chiamato perché parlino in suo nome: Il profeta trova la sua gioia e la sua forza nella Parola del Signore, e, mentre gli uomini cercano spesso la felicità per strade che si rivelano sbagliate, egli annuncia la vera speranza, quella che non delude perché è fondata sulla fedeltà di Dio.Ed ha concluso la sua riflessione ricordando che ogni cristiano, in forza del Battesimo, ha ricevuto la dignità profetica ed auspicando che ciascuno possa riscoprirla e alimentarla, con un “assiduo ascolto” della Parola divina. Dopo la recita dell’Angelus, il Papa ha benedetto i Bambinelli per i presepi portati in Piazza San Pietro da oltre duemila bambini e ragazzi di Roma: Cari giovani amici – ha detto il Papa -, quando metterete il Bambinello nella grotta o nella capanna, dite una preghiera per il Papa e per le sue intenzioni. Grazie! Saluto anche i vostri genitori, insegnanti e catechisti; ringrazio il Centro Oratori Romani per l’iniziativa, come pure gli amici del Dispensario Pediatrico ‘Santa Marta'”.Nei saluti ai fedeli di lingua spagnola, il Papa ha infine ricordato l’odierna festa della Vergine di Guadalupe, tanto cara al popolo messicano e a tutta l’America Latina. Con l’aiuto di Maria, ha detto, possiate vivere questo tempo di gioia e speranza, impegnandovi nell’esercizio della carità verso i più bisognosi. (Fonte: Radio Vaticana)