Un legame, quello tra Prato e la Madonna, che si perde nei secoli, testimoniato dall’amore con il quale i pratesi custodiscono il Sacro Cingolo mariano, la preziosa reliquia simbolo della città. A confermare questo speciale attaccamento sono i numeri della Peregrinatio Mariae, il viaggio della statua della Madonna di Fatima nelle parrocchie e in altri ambienti cittadini, durato sei mesi e che avrà la sua solenne conclusione domenica 12 dicembre in cattedrale.Ci sono state oltre 65 mila presenze nelle 78 parrocchie del territorio diocesano e negli altri luoghi visitati dalla sacra immagine mariana, come monasteri, case di riposo, fabbriche, l’ospedale, il carcere e i cimiteri della Misericordia e Chiesanuova. Rosari, veglie, celebrazioni eucaristiche, recite dell’Angelus e incontri di catechesi, promossi in tutte le chiese dove la Madonna di Fatima ha sostato almeno un giorno, hanno registrato ovunque una forte e commossa partecipazione. E che l’attesa per l’arrivo della Madonna fosse molto sentita lo si è capito fin dalla prima processione, quella che ha dato inizio alla Peregrinatio Mariae, il 23 giugno scorso, quando la statua fu accompagnata dal duomo alla chiesa di Sant’Agostino da un corteo di 4 mila persone. L’immagine della Madonna proviene direttamente da Fatima, il paese del Portogallo divenuto celebre per le apparizioni mariane ai tre pastorelli. Dal 19 al 22 giugno il vescovo di Prato mons. Gastone Simoni ha guidato il pellegrinaggio diocesano proprio a Fatima per prendere personalmente una copia conforme della statua. Poi, da giugno fino ad oggi, si è compiuto il viaggio in cento tappe che come detto, si conclude questa domenica, 12 dicembre, alle 15,30 in duomo all’interno di un solenne pontificale concelebrato da tre vescovi: insieme a mons. Simoni ci saranno mons. Rino Passigato, nunzio apostolico in Portogallo e mons. Luciano Giovannetti, vescovo emerito di Fiesole.Un evento straordinario dunque, degna conclusione di un cammino fortemente voluto dal Vescovo Simoni il cui risultato è andato oltre ogni attesa. «Quante persone sono passate a salutare, venerare, pregare Maria meditando, così, il Vangelo di Gesù, e accostandosi alla Riconciliazione e all’Eucarestia! dice soddisfatto mons. Simoni Una vera esperienza di fede risvegliata e pregata, una vera missione fra il popolo credente, è stata e sarà questa Peregrinatio». Per il presule questo grande evento ha avuto anche il merito di «riavvicinare coloro che si sono allontanati per dolore o diffidenza nei confronti della Chiesa. Ci sono tante persone buone lontane dalla fede ha aggiunto il Vescovo ma non da Dio e in questi mesi qualcuno di loro si è affacciato grazie a Maria». Anche nelle due precedenti edizioni della Peregrinatio Mariae a livello diocesano, la prima nel 1949, in concomitanza con il II congresso mariano, e poi nel 1999 in preparazione al Giubileo dell’anno successivo, la risposta fu all’altezza della fama che vuole Prato città a vocazione mariana. La terza, quella che si sta per concludere è anche l’ultimo impegno della Missione diocesana 2007-2010, che terminerà domenica 26 dicembre, memoria del patrono Santo Stefano. Quelli della Missione sono stati tre anni di attività intense per mons. Simoni, durante i quali il Vescovo ha incontrato personalmente moltissime persone, stretto mani, ascoltato difficoltà e problemi di famiglie e lavoratori, confortato malati e anziani, pregato insieme e per Prato, una città e un territorio che per ripartire hanno bisogno di fermarsi e riscoprire il senso della vita e l’adesione al messaggio di Cristo, anche attraverso la figura e l’esempio di Maria. Dopo la Peregrinatio nei pratesi rimarrà il ricordo di una visita, di una preghiera e di una intercessione. Soprattutto di un invito: «Fate quello che vi dirà», le parole della Madonna riferite a Gesù.