Vita Chiesa

BENEDETTO XVI UDIENZA: OGGI NELLA CHIESA C’E’ UNA PRIMAVERA EUCARISTICA

“Oggi nella Chiesa c’è una primavera eucaristica: quante persone sostano silenziose dinanzi al Tabernacolo, per intrattenersi in colloquio d’amore con Gesù!”. Ad esclamarlo è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza generale di oggi, interamente dedicata ad “una figura femminile, poco nota, a cui la Chiesa deve una grande riconoscenza, non solo per la sua santità di vita, ma anche perché, con il suo grande fervore, ha contribuito all’istituzione di una delle solennità liturgiche più importanti dell’anno, quella del Corpus Domini”. La figura femminile al centro dell’udienza generale odierna è santa Giuliana di Cornillon, nota anche come santa Giuliana di Liegi, nata tra il 1191 e il 1192 e morta nel 1258. “È consolante sapere – ha detto Benedetto XVI soffermandosi sullo “stato di salute” della festività del Corpus Domini – che non pochi gruppi di giovani hanno riscoperto la bellezza di pregare in adorazione davanti alla Santissima Eucaristia”. Di qui l’auspicio del Papa affinché questa “primavera” eucaristica “si diffonda sempre più in tutte le parrocchie, in particolare in Belgio, la patria di santa Giuliana”. “Ricordando santa Giuliana di Cornillon – l’esortazione del Santo Padre – rinnoviamo anche noi la fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia”, dove – si legge nel Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica – Gesù Cristo “è presente in modo vero, reale, sostanziale: con il suo corpo e il suo sangue, con la sua anima e la sua divinità”. Nell’Eucaristia, quindi, è “presente in modo sacramentale, e cioè sotto le specie eucaristiche del pane e del vino, Cristo tutto intero: Dio e uomo”. “La fedeltà all’incontro con il Cristo eucaristico nella Santa Messa domenicale è essenziale per il cammino di fede – ha detto il Papa – ma cerchiamo anche di andare frequentemente a visitare il Signore presente nel Tabernacolo”, perché “guardando in adorazione l’ostia consacrata, noi incontriamo il dono dell’amore di Dio, incontriamo la Passione e la Croce di Gesù, come pure la sua Risurrezione. Proprio attraverso il nostro guardare in adorazione, il Signore ci attira verso di sé, dentro il suo mistero, per trasformarci come trasforma il pane e il vino”. L’esempio additato dal Pontefice ai fedeli è quello dei santi, che “hanno sempre trovato forza, consolazione e gioia nell’incontro eucaristico”. Soffermandosi sulla vita di santa Giuliana di Cornillon, Benedetto XVI ha ripercorso la storia della festa dl Corpus Domini, “ancora molto sentita dal popolo cristiano”, ricordando cHe fu Urbano IV, nel 1264, ad istituirla come festa di precetto per la Chiesa universale, il giovedì successivo alla Pentecoste. “Il Pontefice stesso – ha sottolineato il Papa – volle dare l’esempio, celebrando la solennità del Corpus Domini a Orvieto, città in cui allora dimorava. Proprio per suo ordine nel duomo della Città si conservava – e si conserva tuttora – il celebre corporale con le tracce del miracolo eucaristico avvenuto l’anno prima, nel 1263, a Bolsena”, quando “un sacerdote, mentre consacrava il pane e il vino, era stato preso da forti dubbi sulla presenza reale del corpo e del sangue di Cristo nel Sacramento dell’Eucaristia” e “miracolosamente alcune gocce di sangue cominciarono a sgorgare dall’Ostia consacrata”. Fu sempre Urbano IV che chiese “a uno dei più grandi teologi della storia”, san Tommaso d’Aquino, “di comporre i testi dell’ufficio liturgico di questa grande festa”, ha detto il Papa: “Ancora oggi in uso nella Chiesa – ha commentato – sono dei capolavori, in cui si fondono teologia e poesia”, e che “fanno vibrare le corde del cuore”. Giovanni XXII, poi, nel 1317 ripristinò la festa per tutta la Chiesa, che da allora “conobbe uno sviluppo meraviglioso”. Ma tutto ebbe inizio grazie a Giuliana, monaca agostiniana dotata di “notevole cultura, vivace intelligenza” e “una propensione particolare per la contemplazione”, che – per la prima volta a 16 anni, ma poi più volte nella sua vita – ebbe una visione che “presentava la luna nel suo pieno splendore, con una striscia scura che la attraversava diametralmente”. La luna, ha spiegato il Papa, “simboleggiava la vita della Chiesa sulla terra, la linea opaca rappresentava invece l’assenza di una festa liturgica, per l’istituzione della quale era chiesto a Giuliana di adoperarsi in modo efficace: una festa nella quale i credenti avrebbero potuto adorare l’Eucaristia per aumentare la loro fede, avanzare nella pratica delle virtù e riparare le offese al Santissimo Sacramento”. “Quello che avvenne a Giuliana – ha fatto notare Benedetto XVI – si ripete frequentemente nella vita dei santi: per avere la conferma che un’ispirazione viene da Dio, occorre sempre immergersi nella preghiera, saper attendere con pazienza, cercare l’amicizia e il confronto con altre anime buone, e sottomettere tutto al giudizio dei Pastori della Chiesa”. Ai santi, inoltre, “il Signore chiede spesso di superare delle prove, perché la loro fede venga incrementata”: accadde anche a Giuliana, che “dovette subire la dura opposizione di alcuni membri del clero e dello stesso superiore da cui dipendeva il suo monastero”.Sir