Un invito ad una compiuta fede nella natura divino-umana di Cristo: è l’invito che promana nelle parole di mons. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze dal Crocifisso di Michelangelo che nella giornata di ieri è stato ricollocato nella basilica in Santo Spirito del capoluogo toscano. Nell’omelia della messa solenne per il ritorno del Crocifisso, mons. Betori ha sottolineato che l’uomo contemporaneo, nel confuso succedersi delle molte cose da fare è chiamato a gettare uno sguardo più in là dell’immediato e giungere a cogliere il perchè, il significato delle cose e soprattutto della vita. Dopo aver tratteggiato la fattura artistica dell’opera michelangiolesca, ha poi aggiunto che oggi la fede è posta in pericolo, sotto le insistenti accuse di inaffidabilità storica, cominciando proprio dalla persona storica di Gesù, una deriva del pensiero contemporaneo che apre le strade alla riduzione mitologica o ideologica della fede, quando non si giunge a confinare la fede tra le favole al massimo utili per qualche compensazione psicologica. Mons. Betori ha invece invocato l’esigenza di rivelare la natura storica e reale della fede e del suo centro, Gesù Cristo, un senso storico ed esistenziale cui non possiamo sfuggire.Sir