Un’agricoltura italiana in grado di creare un nuovo modello di sviluppo, basata su un lavoro rurale di rinnovata e chiara consapevolezza etica, in cui possano trovare spazi di dignità in particolare i braccianti, soprattutto se provengono dall’estero, spesso ancora vittime dello sfruttamento e dell’emarginazione. E’ quanto auspicano i vescovi italiani nel loro Messaggio per la Giornata del Ringraziamento che si celebrerà il 14 novembre prossimo sul tema Tu apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente. La risposta dell’agricoltura italiana alla crisi e alla sfida imposta dalla globalizzazione deve, per la Cei, puntare sulla multifunzionalità, cioè sulla sua capacità di dare luogo a produzioni congiunte; la nostra agricoltura dovrà essere in grado di creare un nuovo modello di sviluppo, capace di rispondere adeguatamente alle attese del Paese. Al tempo stesso il lavoro agricolo e rurale deve caratterizzarsi per una rinnovata e chiara consapevolezza etica. In questa linea, scrivono i vescovi, sarà importante impegnarsi nell’educazione dei consumatori. Puntare, quindi, al legame relazionale col consumatore. Si tratta di diffondere comportamenti etici che facciano emergere la dimensione sociale dell’agricoltura, fondata su valori quali la ricerca della qualità del cibo, l’accoglienza, la solidarietà, la condivisione della fatica nel lavoro.Il mondo agricolo è chiamato anche ad essere palestra di integrazione sociale in cui tutti coloro che vi lavorano, in particolare i braccianti, soprattutto se provengono dall’estero, spesso ancora vittime dello sfruttamento e dell’emarginazione, devono sentirsi accolti, rispettati e valorizzati. Nel Messaggio i vescovi evidenziano positivamente il ritorno all’impresa agricola di giovani laureati, che sentono questo lavoro come una vocazione. Essenziale sarà, in questa linea, l’azione delle aggregazioni laicali e delle organizzazioni di settore di ispirazione cristiana. Riemerge, così, l’importanza di una pastorale d’ambiente, attenta al mutare delle situazioni, che si affianca all’azione delle parrocchie per coinvolgere la Chiesa nelle problematiche vitali delle persone, nelle diverse questioni culturali, sociali ed economiche. Altro segno di speranza è rappresentato dalle cooperative agricole, definite un dono grande per la costruzione di un modello economico ispirato ai principi etici. Il pluralismo delle forme d’impresa costituisce, infatti, un elemento imprescindibile per uno sviluppo equilibrato. Spetta a noi concludono i vescovi – rilanciare in alto tali motivazioni, puntando alla formazione dei giovani, dentro il solco della scelta educativa, che la Chiesa in Italia ha coraggiosamente deciso di fare propria in questo decennio.Sir