Vita Chiesa

SANTA SEDE: MESSAGGIO AI MUSULMANI PER LA FINE DEL RAMADAN, «PORRE RIMEDIO A VIOLENZA»

Un appello alle autorità civili e religiose per “offrire il proprio contributo per porre rimedio” alla violenza tra fedeli di diverse religioni “in vista del bene comune di tutta la società! Le autorità civili possano far valere la superiorità del diritto assicurando una vera giustizia per fermare gli autori ed i promotori della violenza!” E’ contenuto nel messaggio augurale che il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso formula oggi ai musulmani in occasione della fine del Ramadan, sul tema: “Cristiani e Musulmani: insieme per vincere la violenza tra fedeli di religioni diverse”. Il Messaggio porta la firma del presidente card. Jean-Louis Tauran, e del segretario del Pontificio Consiglio, l’arcivescovo mons. Pier Luigi. “Non si può non constatare – si legge nel messaggio – che il tema suggerito quest’anno dal Pontificio Consiglio” è “purtroppo di grande attualità, almeno in alcune regioni del mondo”. “Tra le cause della violenza tra fedeli di religioni diverse – osserva il Pontificio Consiglio – si possono indicare la manipolazione della religione a fini politici o di altro tipo, la discriminazione sulla base dell’etnia o dell’identità religiosa; le divisioni e le tensioni sociali. L’ignoranza, la povertà, il sottosviluppo, l’ingiustizia sono parimenti fonti dirette o indirette di violenza non solo tra comunità religiose, ma anche al loro interno”. Nel testo sono presenti anche alcune raccomandazioni: “aprire i nostri cuori al perdono reciproco e alla riconciliazione per una convivenza pacifica e fruttuosa; riconoscere, come base di una cultura del dialogo, ciò che abbiamo in comune e ciò che ci differenzia; riconoscere e rispettare la dignità e i diritti di ogni essere umano, senza nessuna distinzione basata sull’appartenenza etnica o religiosa; necessità di promulgare leggi giuste che garantiscano l’uguaglianza fondamentale fra tutti; importanza della formazione al rispetto, al dialogo e alla fratellanza nei vari spazi educativi: a casa, a scuola, nelle chiese e nelle moschee”. In tal modo, prosegue il messaggio, “saremo in grado di contrastare la violenza tra fedeli di religioni diverse e promuovere la pace e l’armonia tra le varie comunità religiose. L’insegnamento dei capi religiosi, ma anche i testi scolastici che siano attenti a presentare le religioni in maniera oggettiva, rivestono, come l’insegnamento nel suo insieme, un’importanza decisiva nell’educazione e nella formazione dei giovani”. Il messaggio conclude augurandosi che “queste considerazioni, come pure le reazioni che susciteranno tra voi e nelle conversazioni con i vostri amici cristiani, possano contribuire alla continuazione di un dialogo sempre più rispettoso e sereno”.Sir