Siamo di fronte alle prime parole della Sacra Scrittura che apprendiamo fin da bambini. Esse si imprimono nella memoria, plasmano la nostra vita, ci accompagnano fino all’ultimo respiro. Esse svelano che noi non siamo già in modo compiuto figli di Dio, ma dobbiamo diventarlo ed esserlo sempre di più mediante una nostra sempre più profonda comunione con Gesù. Essere figli diventa l’equivalente di seguire Cristo’. Lo ha detto ieri Benedetto XVI, in riferimento alla preghiera del Padre Nostro, al centro del Vangelo domenicale, prima di guidare la recita dell’Angelus affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Questa preghiera ha affermato – accoglie ed esprime anche le umane necessità materiali e spirituali: Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati’. E proprio a causa dei bisogni e delle difficoltà di ogni giorno, Gesù esorta con forza a chiedere, cercare, bussare. Non è ha chiarito il Papa – un domandare per soddisfare le proprie voglie, quanto piuttosto per tenere desta l’amicizia con Dio, il quale dice sempre il Vangelo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!’. Questo, ha sottolineato il Pontefice, lo hanno sperimentato gli antichi padri del deserto’ e i contemplativi di tutti i tempi, divenuti, a motivo della preghiera, amici di Dio, come Abramo, che implorò il Signore di risparmiare i pochi giusti dallo sterminio della città di Sòdoma. Santa Teresa d’Avila, ha ricordato il Papa, invitava le sue consorelle dicendo: Dobbiamo supplicare Dio che ci liberi da ogni pericolo per sempre e ci tolga da ogni male. E per quanto imperfetto sia il nostro desiderio, sforziamoci di insistere in questa richiesta. Che ci costa chiedere molto, visto che ci rivolgiamo all’Onnipotente?’. Ogniqualvolta recitiamo il Padre Nostro ha osservato Benedetto XVI -, la nostra voce s’intreccia con quella della Chiesa, perché chi prega non è mai solo. Oggi (25 luglio, ndr.) ha proseguito il Santo Padre – ricorre la festa dell’apostolo san Giacomo detto il Maggiore’, che lasciò il padre e il lavoro di pescatore per seguire Gesù e per Lui diede la vita, primo tra gli Apostoli. Di cuore rivolgo uno speciale pensiero ai pellegrini accorsi numerosi a Santiago de Compostela!. La Vergine Maria è stato l’auspicio conclusivo prima di recitare l’Angelus – ci aiuti a riscoprire la bellezza e la profondità della preghiera cristiana.Questa domenica (25 luglio, ndr.) si celebra anche la festa dell’Apostolo Giacomo, tanto venerato da tempo immemorabile a Compostela, e il cui culto è così radicato in Spagna. Lo ha ricordato, ieri mattina, Benedetto XVI, dopo la recita dell’Angelus da Castel Gandolfo, rivolgendosi ai pellegrini spagnoli. In questo Anno Santo Compostelano ha detto il Papa spero di unirmi ai numerosi pellegrini il prossimo novembre, in un viaggio che mi porterà anche a visitare Barcellona. Il Pontefice ha quindi espresso l’auspicio che seguendo il cammino dell’Apostolo si possa dare una testimonianza costante di fede, speranza e carità. Nei saluti in italiano, il Santo Padre ha rivolto un pensiero alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice, provenienti da Africa, America del Sud, Asia ed Europa, ai giovani che prendono parte ad un’iniziativa vocazionale dei Missionari e delle Suore del Preziosissimo Sangue, ai piccoli ministranti di Conselve, agli sbandieratori di San Marino, al pellegrinaggio della Speranza della gioventù Carmelitana, alla Corale Laurentiana di Tor San Lorenzo, ai membri del sesto reparto manutenzione elicotteri dell’Aeronautica militare, venuti con alcuni familiari. Infine ricordando che ieri ricorreva a Castel Gandolfo la “Sagra delle Pesche”, il Papa ha reso grazie a Dio per i frutti della terra e del lavoro umano!.Sir