Vita Chiesa

BENEDETTO XVI A SULMONA, MESSA: LA SANTITÀ NON PASSA MAI DI MODA

“Sono venuto per condividere con voi gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni di questa Comunità diocesana” e “penso, in particolare, a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarietà, a causa della mancanza del lavoro, dell’incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale” o “del senso di smarrimento dovuto al sisma del 6 aprile 2009”. In occasione dell’anno giubilare celestiniano, Benedetto XVI si è recato ieri nella città di Sulmona (Aq) per la visita pastorale. Durante l’omelia, dopo essersi rivolto direttamente ai presenti in piazza Garibaldi, il Santo Padre ha menzionato “alcuni insegnamenti, validi anche ai nostri giorni” di Pietro Angelerio (1209-1296) perché la santità “non perde mai la propria forza attrattiva, non cade nell’oblio, non passa mai di moda, anzi, col trascorrere del tempo, risplende con sempre maggiore luminosità, esprimendo la perenne tensione dell’uomo verso Dio”. San Celestino, “cercatore di Dio” e “uomo desideroso di trovare risposte ai grandi interrogativi dell’esistenza”, ci ricorda che “viviamo in una società in cui ogni spazio, ogni momento sembra debba essere ‘riempito’ da iniziative, da attività, da suoni” e “spesso non c’è il tempo neppure per ascoltare e per dialogare”. Il Pontefice ha invitato a non aver “paura di fare silenzio fuori e dentro di noi, se vogliamo essere capaci non solo di percepire la voce di Dio, ma anche quella di chi ci sta accanto, degli altri”. Sebbene “la nostra vita sia molto diversa” da quella di Celestino V, infatti, anche “per noi vale la stessa cosa” perché “tutto l’essenziale della nostra esistenza ci è stato donato senza nostro apporto” e per questo “dobbiamo essere attenti, tenere sempre aperti gli ‘occhi interiori’, quelli del nostro cuore”. Il Papa ha quindi parlato della “esperienza viva della bellezza del creato” maturata da Pietro Angelerio, ricordando la “campagna di sensibilizzazione per la promozione del bene comune e della salvaguardia del creato” promossa dalla Chiesa locale e dalle altre d’Abruzzo e del Molise, incoraggiando “in questo vostro sforzo, esortando tutti a sentirsi responsabili del proprio futuro, come pure di quello degli altri, anche rispettando e custodendo la creazione, frutto e segno dell’Amore di Dio”. Per Benedetto XVI, dalla Croce “viene la salvezza” e in questo senso è importante “esortare i sacerdoti a farsi testimoni chiari e credibili della buona notizia della riconciliazione con Dio, aiutando l’uomo d’oggi a recuperare il senso del peccato e del perdono di Dio”. Una missione da compiere sull’esempio di san Pietro Celestino che, “pur conducendo vita eremitica, non era ‘chiuso in se stesso’, ma era preso dalla passione di portare la buona notizia del Vangelo ai fratelli”. Il Santo Padre ha poi richiamato gli “impegni essenziali del discepolo” che si riassumono ne “l’annuncio sereno, chiaro e coraggioso del messaggio evangelico – anche nei momenti di persecuzione – senza cedere né al fascino della moda, né a quello della violenza o dell’imposizione; il distacco dalle preoccupazioni per le cose – il denaro e il vestito – confidando nella Provvidenza del Padre; l’attenzione e cura in particolare verso i malati nel corpo e nello spirito”. Infine, Benedetto XVI ha inviato tutti i presenti a “rimanere saldi in quella fede che avete ricevuto, che dà senso alla vita e che dona la forza di amare”.Sir