I sacerdoti della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro scendono in strada e «abbracciano» la città di Arezzo. Un modo per concludere nel capoluogo l’Anno Sacerdotale voluto da Benedetto XVI e per mostrare al territorio i volti dei presbiteri che giorno dopo giorno si dedicato all’annuncio del Vangelo e al servizio per i più deboli. Non una «marcia», ma un’iniziativa per «esprimere il primato della carità che dall’Eucaristia viene alla vita di ciascuno di noi», spiega l’arcivescovo Riccardo Fontana che ha voluto questa iniziativa a cui prenderanno parte non solo i preti, ma anche le comunità parrocchiali, i movimenti, le associazioni e i gruppi di volontariato.La data scelta è quella di giovedì 3 giugno per la solennità del Corpus Domini che l’arcivescovo ha deciso di vivere in modo unitario e «in mezzo» alla città chiamando a raccolta l’intera diocesi. Il programma di giovedì prevede alle 21 la Messa solenne nella Cattedrale di Arezzo. Al termine si terrà la processione dei sacerdoti (insieme ai fedeli) per le vie della città che partirà dal Duomo e toccherà piazzetta Madonna del Conforto, Corso Italia, via Cavour, piazza San Francesco, via Guido Monaco e via Garibaldi. La conclusione avverrà in piazza del Popolo, di fronte alla sede della Confraternita della Misericordia, dove si svolgerà la benedizione eucaristica. Oltre ai sacerdoti, sono attesi i governatori e magistrati delle Confraternite di Misericordia, ma anche i bambini della Prima Comunione della città accompagnati dai catechisti e le autorità civili.La proposta di Fontana prende spunto dall’Anno Sacerdotale che volge al termine e che, scrive il presule ai preti, «ci ha visti impegnati in una maggior presa di coscienza del grande dono del sacerdozio e della necessità di un’adesione sempre più profonda al Signore e di un amore incondizionato alla Chiesa». In questo cammino di rinnovamento aggiunge l’arcivescovo «l’Eucaristia, che ogni giorno celebriamo, è la sorgente e il vertice della vita e della missione dei sacerdoti e della Chiesa. Siamo chiamati ad esprimere verso ogni uomo la carità stessa di Cristo, crocifisso e risorto. Il sacerdote può dire “questo è il mio corpo” e “questo è il calice del mio sangue” solo nel nome e nella persona di Cristo, unico sommo sacerdote. La Chiesa può celebrare e adorare il mistero di Cristo presente nell’Eucaristia proprio perché Cristo stesso si è donato per primo ad essa nel sacrificio della Croce».La processione del 3 giugno terminerà alla chiesa della Misericordia perché, sottolinea Fontana, è «la più antica istituzione caritativa della nostra terra», conclude l’arcivescovo.