Vita Chiesa

ECUMENISMO, CARD. KASPER: L’INCONTRO TRA BENEDETTO XVI E KIRILL SAREBBE UN SEGNO IMPORTANTE

Nel cammino ecumenico, e in particolare nelle relazioni con la Chiesa russo-ortodossa, un incontro tra Benedetto XVI e Kirill “sarebbe certamente un segno importante, che renderebbe visibile e anche più credibile questo nostro impegno comune”. Lo ha detto il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, intervenendo questo pomeriggio al simposio “Ortodossi e cattolici in Europa oggi. Le radici cristiane e il comune patrimonio culturale di Oriente e Occidente”, in corso a Roma presso la parrocchia russa di S. Caterina d’Alessandria. L’incontro rientra nell’ambito delle iniziative per le “Giornate della cultura e della spiritualità russa in Vaticano” in svolgimento oggi e domani nella capitale. “Nessuno – ha precisato il card. Kasper – pensa a un incontro solo protocollare o un semplice photo-shooting; nessuno vuole un tale ecumenismo a buon prezzo; però un incontro tra il Papa e il Patriarca potrebbe trasmettere un messaggio, anzi costituirebbe in se stesso un messaggio” e sarebbe “di grande aiuto per superare difficoltà ancora esistenti”. “Se, al contrario – ha avvertito l’esponente vaticano – aspettassimo fino a che tutti i problemi siano risolti, un simile incontro diventerebbe un evento escatologico, piuttosto che un contributo di cui oggi abbiamo bisogno”.“Lo scopo del cammino ecumenico non è l’uniformità della Chiesa, ma la piena comunione senza fusione o assorbimento” ha chiarito il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, parlando questo pomeriggio al simposio “Ortodossi e cattolici in Europa oggi. Un obiettivo che non si consegue né con “l’imposizione o la sottomissione”, bensì “con il dialogo”. Questo impegno, secondo il porporato, “si è imposto con nuova intensità e urgenza sin dalla caduta del Muro di Berlino (1989) che ha creato una situazione inedita” facendo riemergere, oltre alla separazione postbellica tra Europa dell’Est e dell’Ovest, “quella di secoli più antica tra Oriente e Occidente, siglata dallo scisma tra Roma e Costantinopoli”. Un quadro che ha messo in luce un duplice “vuoto spirituale”. Ad Ovest “l’indifferentismo postmoderno e la mentalità dell’evasione consumistica”; ad Est “le tracce deplorevoli e le devastazioni spirituali” frutto della “propaganda ateista” dei regimi comunisti. “Se l’Europa vuole avere nuovamente un futuro – è il monito del card. Kasper – deve innanzitutto rinnovare le sue radici cristiane” e questo “rinnovamento può avere successo solo attraverso la ri-evangelizzazione” del continente. Secondo il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, “i cristiani in Europa, sia dell’Ovest che dell’Est, si trovano oggi davanti a sfide molto simili”: la crisi di “una civiltà che è stata sin dalle sue origini profondamente segnata dalla fede cristiana”. Intervenendo questo pomeriggio ad un simposio a Roma, l’esponente vaticano ha precisato che “ciò che è in crisi non è il cristianesimo come tale”, ma la sua “inculturazione” nel contesto europeo, anche se “l’identità europea” va ricercata facendo riferimento proprio “agli inizi del cristianesimo, in modo particolare ai viaggi missionari dell’Apostolo Paolo”. Eppure oggi l’Europa è spiritualmente “debole”; ha bisogno di “rinnovamento” e per questo deve anzitutto superare “le divisioni tra i cristiani”. Il card. Kasper rievoca i “due grandi scismi: quello tra Oriente e Occidente, e quello nell’Occidente tra la Chiesa cattolica e le diverse comunità protestanti”, che “hanno indebolito il cristianesimo” rendendolo “molto meno credibile di fronte al mondo”. “Per ritrovare la sua forza spirituale e missionaria l’Europa ha bisogno di una ritrovata unità prima di tutto fra i cristiani”. Di qui, conclude, l’importanza di proseguire nella “scelta ecumenica”, definita “irreversibile” da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.Sir