Vita Chiesa

KIRCHENTAG: CARD. ERDÖ (CCEE), LA RICCHEZZA INCOMMENSURABILE DELLE DIVERSITÀ

Il tema della missione e della pastorale per gli stranieri è stato al centro dell’omelia pronunciata dal card. Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee), nella Messa delle nazioni celebrata oggi presso la Chiesa di San Michele a Monaco. Nella funzione organizzata dalla Pastorale per gli stranieri, il cardinale ha parlato della missione attuale della Chiesa, sottolineando il significato teologico delle diverse culture e lingue umane affermando la necessità di tenerne conto in misura maggiore. In esse, ha detto, “si cela una ricchezza incommensurabile di esperienze e creatività delle comunità umane. Ciò deve essere considerato – ove possibile – anche dall’annuncio e dall’opera pastorale. Perciò dobbiamo ringraziare le diocesi tedesche, poiché esse consentono e sostengono la cura pastorale” degli stranieri. “Non contano solo le conoscenze linguistiche degli stranieri”, ha ammonito il card. Erdö, “ma anche il riconoscimento dell’identità culturale di una comunità in cui ci si senta a casa, in cui sia possibile parlare anche della fede. La varietà delle lingue e delle nazioni non viene annullata dal Cristianesimo ma viene aperta dallo Spirito Santo all’incontro e alla comprensione“. “L’incontro nella molteplicità, reso possibile dallo Spirito Santo – ha proseguito il card. Erdo nella sua omelia -, comporta una meravigliosa unità interna ottenuta nella diversità, e non a dispetto di essa”. D’altra parte, anche “la Santa Sede incoraggia la Chiesa a tener conto quanto possibile della religiosità specifica, popolare degli stranieri“. Il cardinale ha menzionato come ulteriore aspetto “il rapporto del Vangelo con le culture” alla luce del quale “occorre cercare con passione la lingua giusta dell’annuncio per periodi e culture differenti. In questo ci aiuta lo Spirito Santo”. Al termine dell’omelia, Erdö ha invocato lo Spirito Santo “affinché, nel servizio della missione e nella cura pastorale di popoli e comunità differenti riusciamo a diventare un segno autentico e uno strumento dell’amore divino che libera tutti gli esseri umani“.Sir