Il prossimo Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente (10-24 ottobre 2010) per le Chiese orientali riveste un’importanza quasi storica. Il messaggio evangelico, dovendo incarnarsi nell’ambiente socio-politico, ha bisogno di margini di libertà per tutti, quindi anche per le cosiddette minoranze cristiane che sono radicate nella terra d’Oriente da millenni. A dichiararlo, in un’intervista al Sir, è il Patriarca di Antiochia dei Siri (Libano), Ignace Youssif III Younan, che, insieme al card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ricoprirà la carica di Presidente delegato del Sinodo. Richiamando il tema dell’assemblea, La Chiesa Cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza, il patriarca ribadisce che se da una parte le chiese Orientali stanno vivendo la comunione meglio che in passato, dall’altra la testimonianza viene sempre più proibita dalla maggioranza islamica e mi riferisco particolarmente alla libertà di coscienza e di annunciare pubblicamente il Vangelo, senza essere accusati di proselitismo. Per il presidente delegato del Sinodo, infatti, non basta parlare in modo generico, per esempio richiamando alla pace e alla mutua apertura, o essere politicamente corretti’. Paesi e regimi nel Medio Oriente dovrebbero convincere il mondo occidentale che i loro cittadini, tutti i cittadini, hanno gli stessi diritti e godono in verità e nella prassi delle libertà di religione e di coscienza, diritti indispensabili per la sopravvivenza delle comunità cristiane che hanno il diritto, senza equivoci, di essere rispettate come veri e propri cittadini. Altrimenti conclude il patriarca – l’esodo dei cristiani continuerà per diventare estremamente critico e senza nessun ritorno.Sir