Vita Chiesa

BENEDETTO XVI A MALTA, INCONTRO CON I GIOVANI: «NON ABBIATE PAURA»

“Cari giovani di Malta e Gozo, sono molto felice di essere con voi”. Ha esordito così, ieri pomeriggio, Benedetto XVI, incontrando i giovani sulla Banchina del Porto Grande della Valletta, nella sua visita pastorale a Malta, nel 1950° anniversario del naufragio di San Paolo (I discorsi del Papa a Malta). “Ogni incontro personale con Gesù è un’esperienza travolgente d’amore”, ha osservato il Papa. Infatti, “Dio ama ognuno di noi con una profondità e intensità che non possiamo neppure immaginare. Egli ci conosce intimamente, conosce ogni nostra capacità ed ogni nostro errore” e “poiché egli ci ama così tanto, egli desidera purificarci dai nostri errori e rafforzare le nostre virtù così che possiamo avere vita in abbondanza”. Perciò, “quando ci richiama perché qualche cosa nelle nostre vite dispiace a lui, non ci rifiuta, ma ci chiede di cambiare e divenire più perfetti. Questo è quanto ha chiesto a San Paolo sulla via di Damasco”. Dunque, “Dio non rifiuta nessuno. E la Chiesa non rifiuta nessuno. Tuttavia, nel suo grande amore, Dio sfida ciascuno di noi a cambiare e diventare più perfetti”. San Giovanni “ci dice che questo amore perfetto scaccia il timore. E perciò dico a tutti voi ‘Non abbiate paura!’”. “A quanti di voi desiderano seguire Cristo, come coppie sposate, genitori, sacerdoti, religiosi e fedeli laici che portano il messaggio del Vangelo al mondo, dico: non abbiate paura!”, ha aggiunto. Certamente, ha avvertito Benedetto XVI, “incontrerete opposizione al messaggio del Vangelo. La cultura odierna, come ogni cultura, promuove idee e valori che sono talvolta in contrasto con quelle vissute e predicate da nostro Signore Gesù Cristo”. Spesso, ha sottolineato il Papa, “sono presentate con un grande potere persuasivo, rinforzato dai media e dalla pressione sociale da gruppi ostili alla fede cristiana. È facile, quando si è giovani e impressionabili, essere influenzati dai coetanei ad accettare idee e valori che sappiamo non sono ciò che il Signore davvero vuole da noi”. Da qui la rassicurazione: “Non abbiate paura, ma rallegratevi del suo amore per voi; fidatevi di lui, rispondete al suo invito ad essere discepoli, trovate nutrimento e aiuto spirituale nei sacramenti della Chiesa”. Qui a Malta “vivete in una società che è segnata dalla fede e dai valori cristiani. Dovreste essere orgogliosi che il vostro Paese difenda sia il bambino non ancora nato, come pure promuova la stabilità della vita di famiglia dicendo no all’aborto e al divorzio”. Da qui l’esortazione “a mantenere questa coraggiosa testimonianza alla santità della vita e alla centralità del matrimonio e della vita famigliare per una società sana. A Malta e a Gozo le famiglie sanno come valorizzare e prendersi cura dei loro membri anziani ed infermi, ed accolgono i bambini come doni di Dio”.Altri, ha sostenuto Benedetto XVI, “possono imparare dal vostro esempio cristiano”. È necessario perché “nel contesto della società europea, i valori evangelici ancora una volta stanno diventando una contro-cultura, proprio come lo erano al tempo di San Paolo”. Dal Papa un invito anche ad essere aperti alla possibilità di “darsi totalmente al servizio del suo popolo nel sacerdozio e nella vita consacrata”, sull’esempio di “molti eccellenti sacerdoti e religiosi” della Chiesa maltese. Il cristiano, ha continuato, “è chiamato a portare il salutare messaggio del Vangelo a tutti. Dio ama ogni singola persona di questo mondo, anzi egli ama ogni singola persona di ogni epoca della storia del mondo”. Come cristiani “siamo chiamati a manifestare l’amore di Dio che comprende tutti. Dobbiamo perciò soccorrere il povero, il debole, l’emarginato; dobbiamo avere una cura speciale per coloro che sono in difficoltà, che patiscono la depressione o l’ansia; dobbiamo aver cura del disabile e fare tutto quello che possiamo per promuovere la loro dignità e qualità di vita; dovremmo prestare attenzione ai bisogni degli immigrati e di coloro che cercano asilo nelle nostre terre; dovremmo tendere la mano con amicizia ai credenti e non”. “Questa – ha concluso – è la nobile vocazione di amore e di servizio che tutti noi abbiamo ricevuto. Lasciate che ciò vi spinga a dedicare le vostre vite a seguire Cristo”.Sir