Sgomento, senso di tradimento e rimorso per l’infanzia violata, vicinanza alle vittime e ai loro famigliari ma anche rinnovato impegno, senza tentennamenti e minimizzazioni, a rendere conto di ognuno di questi misfatti, decisi a non nascondere nulla in ottemperanza alle direttive ribadite da Benedetto XVI sia attraverso le procedure canoniche che mediante una leale collaborazione con le autorità dello Stato. A ribadirlo è stato il patriarca di Venezia, card. Angelo Scola, in una dichiarazione sulla questione del peccato e del crimine di pedofilia commesso da sacerdoti e consacrati letta al termine della Messa del Crisma celebrata, oggi, nella Basilica di San Marco. La misericordia ed il perdono verso quanti hanno sbagliato ha detto il cardinale -implica da parte loro il sottomettersi alle esigenze di piena giustizia e quindi il rispondere davanti a Dio onnipotente come pure davanti ai tribunali debitamente costituiti. La notazione, fatta da molte parti anche non cattoliche, che il fenomeno della pedofilia concerne diversi ambienti e varie categorie di persone, per il Patriarca non sminuisce la gravità dei fatti segnalati in ambito ecclesiastico, ma invita a non subire qualora ci fossero strategie di discredito generalizzato. Nella dichiarazione viene definito fuorviante e inaccettabile il legame tra pedofilia e celibato che, ha precisato Scola, la Chiesa latina domanda, in piena libertà, ai candidati al sacerdozio alla luce di una lunghissima tradizione. Ne stiamo riscoprendo la bellezza in questo anno sacerdotale. Esprimendo stima e fiducia ai sacerdoti della diocesi, il patriarca ha infine ribadito affetto e appassionata sequela a Benedetto XVI: a lui che tanto ha fatto e tanto fa per togliere ogni sporcizia’ dalla compagine degli uomini di Chiesa vengono rivolte accuse menzognere. Il Papa riceverà dallo Spirito la grazia di offrire questa iniqua umiliazione trasformandola in rinnovata energia per l’indispensabile Suo ministero di Successore di Pietro.Sir