Piena ed affettuosa solidarietà al Papa. Ad esprimerla è la Cei, nel comunicato finale del Consiglio permanente (22-25 marzo), diffuso oggi e nel quale l’episcopato italiano, si stringe intorno a Pietro, grato per la cristallina testimonianza di fede e l’appassionato magistero. Lo sgomento, il senso di tradimento e il rimorso per ciò che è stato compiuto da alcuni ministri della Chiesa si legge nel comunicato a proposito dei recenti episodi di pedofilia – spiegano l’atteggiamento fermo e illuminato di Benedetto XVI che, senza lasciare margini di incertezza né indulgere a minimizzazioni, invita la comunità ecclesiale ad accertare la verità dei fatti, assumendo nel caso i provvedimenti necessari. In proposito, i vescovi riaffermano la vicinanza alle vittime di abusi e alle loro famiglie, parte vulnerata e offesa della Chiesa stessa e concordano sul fatto che il rigore e la trasparenza nell’applicazione delle norme processuali e penali canoniche sono la strada maestra nella ricerca della verità e non si oppongono, ma anzi convergono, con una leale collaborazione con le autorità dello Stato, a cui compete accertare la consistenza dei fatti denunciati. Di qui l’esigenza, confermata dall’episcopato italiano, di un’accurata selezione dei candidati al sacerdozio, vagliandone la maturità umana e affettiva oltre che spirituale e pastorale. Il celibato non costituisce affatto un impedimento o una menomazione della sessualità, ma rappresenta, specialmente ai nostri giorni, una forma alternativa e umanamente arricchente di vivere la propria umanità in una radicale donazione a Cristo e alla Chiesa. A riaffermare il valore del celibato per la vocazione sacerdotale sono i vescovi italiani, nel comunicato finale del Consiglio permanente, diffuso oggi. Condividendo la sensibilità manifestata dal Papa nella lettera pastorale ai cattolici d’Irlanda, i presuli ribadiscono che la pedofilia è un crimine odioso, ma anche peccato scandalosamente grave che tradisce il patto di fiducia inscritto nel rapporto educativo, come si legge nella prolusione del card. Bagnasco. E subito dopo puntualizzano: Il peccato di alcuni non cancella però l’abnegazione di cui danno prova tantissimi sacerdoti, e della quale fanno esperienza quotidiana le nostre comunità, stimolate a un innovato impegno nel campo dell’educazione. Di qui la piena fiducia e sincera gratitudine della Cei ai tanti sacerdoti che, al pari dei religiosi e delle religiose, si dedicano nel nascondimento e con spirito di abnegazione all’annuncio del Vangelo e all’opera educativa, costituendo spesso l’unico punto di riferimento in contesti sociali frammentati e sfilacciati.Sir