Nella lotta alla povertà, per la giustizia e la convivenza, il Cristianesimo ha sempre dato il suo contributo, tuttavia il problema di una convivenza giusta non può essere risolto soltanto con interventi mondani. Va oltre le categorie politiche. In quanto Chiesa dobbiamo spingere il nostro pensiero oltre l’orizzonte della società. Ad affermarlo il card. Paul J. Cordes, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum che oggi è intervenuto alla presentazione del Messaggio di Benedetto XVIper la Quaresima sul tema La giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo. Di fronte alle tante forme in cui la giustizia, ovvero il dare a ciascuno il suo’, è violata, il cardinale ha ricordato che ci sono fattori sociali che vanno corretti; e in tale lotta la Chiesa ha senz’altro i suoi meriti. Sarebbe una calunnia collocare noi Cristiani tra gli abbienti che si sono opposti alla giusta ridistribuzione e che hanno perfino tratto continuamente vantaggio dalla difesa di un ordine sociale ingiusto. Si negherebbe il contributo del cristianesimo alla promozione del benessere e della dignità della persona. Nel loro impegno a favore della pace, i cristiani non hanno nulla da invidiare all’efficacia del lavoro delle istanze statali, sebbene se ne parli di meno. Tuttavia la soluzione del problema non è solo la rivendicazione di dare a ciascuno il suo ma giungere a una visione dell’uomo completa: così il concetto di giustizia rivela tutto il suo contenuto. Come scrive il Papa nel Messaggio, ha aggiunto il cardinale, il male viene dal di dentro, dal cuore dell’uomo. Proprio l’esperienza del male ci insegna che sarebbe ingenuo affidarsi solamente alla giustizia umana che interviene sulle strutture e sui comportamenti dall’esterno. Il cuore degli uomini ha bisogno di essere sanato. Ma l’uomo non può guarire per sua propria forza con un allenamento fisico o mentale. Come dice Benedetto XVI per entrare nella giustizia è pertanto necessario uscire da quell’illusione di auto-sufficienza, da quello stato profondo di chiusura, che è l’origine stessa dell’ingiustizia’. Una sorta di autismo dell’uomo causato dalla secolarizzazione. Per il cardinale il Vangelo non si trova in sintonia con il buonsenso borghese, per il quale solo ciò che ci siamo guadagnati con le nostre forze ci appartiene e niente ci viene regalato, e per questo deve essere proclamato sempre di nuovo. In questo mondo sempre più autosufficiente, Benedetto XVI considera evidentemente come il più importante servizio è quello di testimoniare Dio e di spingere gli uomini a consegnarsi a Lui nella fede. Sir