Se il nostro è un rapporto tra fratelli c’è da chiedersi sinceramente a che punto siamo di questo percorso e quanto ci separa ancora dal recupero di un rapporto autentico di fratellanza e comprensione e cosa dobbiamo fare per arrivarci. Nel saluto al Papa in visita ieri alla sinagoga, Riccardo Di Segni, rabbino capo della comunità ebraica di Roma, ha invitato a riflettere sul rapporto tra ebrei e cristiani per capire cosa dobbiamo e possiamo fare insieme. Ad esempio, ha sottolineato Di Segni, si parla molto in questi tempi dell’urgenza di proteggere l’ambiente e su questo punto abbiamo delle visioni comuni e speciali da trasmettere perché gli imperativi biblici che condividiamo, insieme a quello della misericordia sono quelli di vivere la propria religione con onestà e umiltà, come potente strumento di crescita e promozione umana, senza aggressività, senza strumentalizzazione politica, senza farne strumento di odio, di esclusione e di morte. Nel ricordare i pannelli elogiativi esposti dagli ebrei durante la processione per le vie di Roma a seguito dell’elezione di un nuovo Papa, il rabbino ha precisato che sono le aperture del Concilio che rendono possibile questo rapporto tra ebrei e cristiani ma se venissero messe in discussione non ci sarebbe più possibilità di dialogo. Al miracolo di sopravvivenza degli ebrei nella storia mentre gli imperi che li avevano assoggettati e sconfitti non esistevano più, ha proseguito Di Segni, si è aggiunto il miracolo dell’indipendenza riconquistata dello Stato d’Israele che è un’entità politica, garantita dal diritto delle genti. Oggi, ha ribadito il rabbino, viviamo una stagione di riscoperta della nostra tradizione, di studio e di pratica della Torà mentre le nostre scuole crescono, crescono i servizi religiosi, le sinagoghe si moltiplicano nel tessuto urbano e tutto questo avviene con una piena integrazione nella città, in spirito di amicizia, di accoglienza, di solidarietà e di apertura. Inoltre, Di Segni ha ricordato che il silenzio di Dio o la nostra incapacità di sentire la Sua voce davanti ai mali del mondo, sono un mistero imperscrutabile ma il silenzio dell’uomo è su un piano diverso, ci interroga, ci sfida e non sfugge al giudizio. Ebrei, Cristiani e altri fedeli sono stati perseguitati e continuano ad essere perseguitati nel mondo per la loro fede, ha concluso Di Segni: Malgrado una storia drammatica, i problemi aperti e le incomprensioni, sono le visioni condivise e gli obiettivi comuni che devono essere messi in primo piano.Sir