Vita Chiesa

BENEDETTO XVI A 8 AMBASCIATORI: DEGRADO AMBIENTE È MINACCIA PER LA PACE

“Sul piano individuale e su quello politico, è ormai necessario assumere impegni più decisi e più ampiamente condivisi nei confronti del creato”. Lo ha detto questa mattina Benedetto XVI, ricevendo in udienza gli ambasciatori presso la Santa Sede di Danimarca, Uganda, Sudan, Kenya, Kazakhastan, Bangladesh, Finlandia, Lettonia, in occasione della presentazione delle lettere credenziali. Secondo il Papa la “responsabilità ambientale non può essere in contrasto con l’urgenza di porre fine agli scandali della miseria e della fame”; il continuo degrado dell’ambiente costituisce infatti “una minaccia diretta per la sopravvivenza dell’uomo e per il suo sviluppo”, e “rischia di minacciare la pace”. Di qui l’incoraggiamento del Pontefice alle “autorità politiche dei vostri rispettivi Paesi” a “rafforzare l’azione per la salvaguardia del creato” e a spingere per arrivare ad “accordi internazionali vincolanti, utili e giusti per tutti”. Le sfide odierne, ha aggiunto Benedetto XVI, richiedono “una mobilitazione delle intelligenze e della creatività dell’uomo” e “un’intensificazione della ricerca applicata”, ma anche la “conversione” dell’attuale “modello di sviluppo delle nostre società” che deve essere “orientata dalla nozione di sviluppo integrale della persona umana”.Per questo, ha spiegato Benedetto XVI agli ambasciatori, “spetta non solo alle diverse religioni, ma anche allo Stato, sottolineare e difendere il primato dell’uomo e dello spirito”. Allo Stato il Papa chiede “una politica ambiziosa che favorisca” per tutti i cittadini “l’accesso ai beni dello spirito”. Soffermandosi quindi sulla pace, il Pontefice ha detto che un nuovo slancio può venire dalla religione. “La pace ha bisogno di condizioni politiche, economiche, culturali e spirituali” mentre “la coesistenza pacifica di diverse tradizioni religiose all’interno di ogni nazione è talvolta difficile” e questo “è anche un problema religioso”. Tuttavia, ha ammonito, “riconoscendo Dio come unico creatore dell’uomo”, ciascuno “rispetterà l’altro nella sua unicità e differenza”. Di qui l’importanza del dialogo interreligioso per “la coabitazione delle differenti espressioni religiose” e del riconoscimento “della necessità del religioso” e di “assicurare alla religione” uno spazio pubblico: “la pace tanto desiderata non nascerà che dall’azione congiunta dell’individuo che scopre la sua vera natura in Dio, e dei responsabili delle società civili e religiose che – nel rispetto della dignità e della fede di ognuno – sapranno riconoscere e dare alla religione il suo nobile e autentico ruolo di realizzazione e perfezionamento della persona umana”.Sir