Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, ANGELUS: SU UN’UNICA BARCA E DOBBIAMO SALVARCI TUTTI INSIEME

Dopo aver spiegato “la realtà dell’Anno liturgico vista, per così dire, ‘dalla parte di Dio’”, Benedetto XVI si è chiesto ieri prima della recita della preghiera dell’Angelus,“che rilevanza può avere” questo tempo visto dalla parte dell’uomo, della storia e della società. “La risposta – ha affermato – ce la suggerisce proprio il cammino dell’Avvento, che oggi intraprendiamo. Il mondo contemporaneo ha bisogno soprattutto di speranza: ne hanno bisogno i popoli in via di sviluppo, ma anche quelli economicamente evoluti. Sempre più ci accorgiamo che ci troviamo su un’unica barca e dobbiamo salvarci tutti insieme. Soprattutto ci rendiamo conto, vedendo crollare tante false sicurezze, che abbiamo bisogno di una speranza affidabile, e questa si trova solo in Cristo, il quale, come dice la ‘Lettera agli Ebre’i, “è lo stesso ieri e oggi e per sempre”.“Il Signore Gesù – ha continuato Benedetto XVI – venuto in passato, viene nel presente, e verrà nel futuro. Egli abbraccia tutte le dimensioni del tempo, perché è morto e risorto, è “il Vivente” e, mentre condivide la nostra precarietà umana, rimane per sempre e ci offre la stabilità stessa di Dio. E’ “carne” come noi ed è “roccia” come Dio. Chiunque anela alla libertà, alla giustizia, alla pace può risollevarsi e alzare il capo, perché in Cristo la liberazione è vicina (cfr Lc 21,28) – come leggiamo nel Vangelo di oggi. Possiamo pertanto affermare che Gesù Cristo non riguarda solo i cristiani, o solo i credenti, ma tutti gli uomini, perché Egli, che è il centro della fede, è anche il fondamento della speranza. E della speranza ogni essere umano ha costantemente bisogno”.Concludendo la riflessione sull’Avvento prima della recita della preghiera dell’Angelus il Papa ha ricordato che “la Vergine Maria incarna pienamente l’umanità che vive nella speranza basata sulla fede nel Dio vivente. Lei è la Vergine dell’Avvento: è ben piantata nel presente, nell”oggi’ della salvezza; nel suo cuore raccoglie tutte le promesse passate; ed è protesa al compimento futuro”. Ha così concluso Beneedetto XVI: “Mettiamoci alla sua scuola, per entrare veramente in questo tempo di grazia e accogliere, con gioia e responsabilità, la venuta di Dio nella nostra storia personale e sociale.Domani, 1° dicembre, ricorre la Giornata mondiale contro l’Aids e Benedetto XVI ha voluto dedicare ieri alcune parole, dopo la recita dell’Angelus, a questa tragedia. “Il mio pensiero e la mia preghiera – ha detto – vanno ad ogni persona colpita da questa malattia, in particolare ai bambini, ai più poveri, a quanti sono rifiutati. La Chiesa non cessa di prodigarsi per combattere l’Aids, attraverso le sue istituzioni e il personale a ciò dedicato. Esorto tutti a dare il proprio contributo con la preghiera e l’attenzione concreta, affinché quanti sono affetti dal virus Hiv sperimentino la presenza del Signore che dona conforto e speranza. Auspico infine che, moltiplicando e coordinando gli sforzi, si giunga a fermare e debellare questa malattia”.Alla conclusione della preghiera dell’Angelus Benedetto XVI ha rivolto un saluto particolare a coloro che erano giunti in piazza san Pietro aderendo all’iniziativa promossa dal Movimento familiare “per manifestare profondo amore al Crocifisso, riconoscendone il valore religioso storico e culturale”.Sir