Tutti coloro che hanno a cuore l’autentico umanesimo e il futuro dell’Europa sappiano riscoprire, apprezzare e difendere il ricco patrimonio culturale e religioso di questi secoli. Con questo appello il Papa ha concluso la catechesi generale dell’udienza di oggi, interamente dedicata al contributo importante e prezioso apportato dalla riforma cluniacense al processo di formazione dell’identità europea, che mille anni fa era in pieno svolgimento. Quando l’Ordine di Cluny era in piena espansione, ha ricordato infatti Benedetto XVI, tale riforma nel processo di lunga gestazione dell’identità del nostro Continente ha portato a riconoscere in modo sempre più chiaro due elementi fondamentali per la costruzione della società: il valore della persona umana e il bene primario della pace. Mille anni fa le parole del Pontefice mentre era in pieno svolgimento il processo di formazione dell’identità europea, la riforma di Cluny ha dato un contributo importante e prezioso: ha richiamato il primato dei beni dello Spirito, ha tenuto desta l’attenzione verso il primato di Dio, ha favorito nelle istituzioni la promozione dei valori umani, ha educato ad uno spirito di pace.La riforma cluniacense ha detto Benedetto XVI ai 9 mila fedeli riuniti nell’Aula Paolo VI ha avuto effetti positivi non solo per la purificazione e il risveglio della vita monastica, ma della vita della Chiesa universale. In particolare, il movimento partito dall’abbazia di Cluny che nel XII secolo, momento della sua massima espansione, contava quasi 1.200 monasteri rappresentò uno stimolo a combattere due grandi mali, tipici della Chiesa dell’epoca: la simonia, cioè l’acquisizione di cariche pastorali dietro compenso, e l’immoralità del clero secolare. Con la loro autorevolezza morale, ha sottolineato il Papa, gli abati di Cluny sono stati protagonisti di un imponente azione di rinnovamento spirituale; in particolare, il celibato sacerdotale tornò ad essere stimato e furono introdotte procedure più trasparenti nell’attribuzione delle cariche ecclesiastiche. Molti, inoltre, i benefici portati da tale movimento monastico alla società, soprattutto con due istituzioni tipicamente medioevali: le tregue di Dio e la pace di Dio. In un’epoca dominata dalla violenza e dallo spirito di vendetta ha ricordato il Papa le tregue di Dio assicuravano lunghi periodi di non belligeranza, e con l pace di Dio si chiedeva, pena la sanzione canonica, di rispettare le persone inermi e i luoghi santi. Grazie al grande movimento monastico di Cluny è in sintesi l’analisi del Papa si formò un’Europa dello Spirito nelle varie regioni del nostro continente, come in Francia, Italia, Germania, Spagna e Ungheria. Un successo assicurato ha precisato Benedetto XVI dalla spiritualità elevata, ma anche da alcune condizioni che ne garantirono lo sviluppo. Tra queste, il Pontefice ha citato il fatto che i monasteri che facevano capo a Cluny erano esenti dalla giurisdizione del vescovo e sottoposti direttamente a quella del Pontefice. Proprio grazie a questo legame speciale con la sede di Pietro l’Ordine di Cluny poté mantenere e diffondere il suo ideale di purezza e di fedeltà evangelica, senza alcuna ingerenza delle autorità civili. Fra le caratteristiche della riforma cluniacense che hanno portato ad un profondo rinnovamento della vita monastica, il Papa ha menzionato la tanta importanza riservata alla liturgia. Per custodire e alimentare il clima di preghiera, ha aggiunto il Pontefice, l’Ordine di Cluny accentuò l’importanza del silenzio, a cui i monaci si sottoponevano volentieri, convinti che la purezza delle virtù a cui aspiravano richiedessero un intimo e costante raccoglimento. I monaci cluniacensi arricchirono, infine, il calendario liturgico, inserendovi ad esempio la festività dei Defunti.Un appello per una rapida pacificazione nello Sri Lanka, a sei mesi dal termine del conflitto che ha insanguinato il Paese. A rivolgerlo è stato oggi il Papa, prima di salutare i fedeli di lingua italiana, al termine dell’udienza generale in Aula Paolo VI. Si notano con soddisfazione le parole del Santo Padre gli sforzi di quelle autorità che, in queste settimane, stanno facilitando il ritorno a casa degli sfollati di guerra. Incoraggio vivamente ha proseguito il Pontefice un’accelerazione di tale impegno e chiedo a tutti i cittadini di adoperarsi per una rapida pacificazione, nel pieno rispetto dei diritti umani, e per una giusta soluzione politica delle sfide che ancora attendono il Paese. Il Papa ha infine auspicato che la comunità internazionale si adoperi in favore delle necessità umanitarie ed economiche dello Sri Lanka.Salutando come di consueto al termine dell’udienza generale – i pellegrini di lingua italiana, il Papa oggi si è rivolto con particolare affetto agli ufficiali e agli allievi della Guardia di Finanza, provenienti dalla caserma di Coppito (L’Aquila) e presenti oggi tra i circa 9 mila fedeli che hanno gremito l’Aula Paolo VI in occasione del tradizionale appuntamento del mercoledì. Cari amici le parole di Benedetto XVI la vostra sede è diventata il punto di riferimento della popolazione aquilana, così duramente provata. La medaglia più bella di cui il vostro reparto possa fregiarsi ha proseguito il Santo Padre è quella della solidarietà, della quale in questi mesi la vostra struttura è stata protagonista e testimone. Ciò impegna anche voi a svolgere il vostro lavoro con autentico spirito di servizio.